Spese ‘pazze’ all’Agecontrol: il grillino Gaetti attacca l’ex ministro Saverio Romano

DISATTESA LA LEGGE N.135/2012 SULLA SPENDING REVIEW, IL GOVERNO NAZIONALE MANTIENE UN CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE INUTILE SPENDENDO MEZZO MILIONE DI EURO L’ANNO IN BARBA AI TAGLI ALLA SPESA PUBBLICA. AL VERTICE MASSIMO DELL’UTRI E UN GRUPPO DI SICILIANI

Il Governo nazionale “predica bene e razzola male” in tema di Spending review. Un esempio di spreco di risorse emerge da una delle tante società annidate dentro i ministeri. Se si stratta di aumentare il carico fiscale sul cittadino si assumono decisioni immediate. Quando si tratta di attuare tagli alla spesa pubblica che toccano amici di ex ministri la cosa si ingarbuglia.

È quello che è accaduto all’Agecontrol Spa che mantiene un Consiglio di amministrazione nonostante sia stata trasferita la proprietà all’Agea con decreto legislativo 20 marzo 2004, n.99. Agecontrol è l’agenzia pubblica per i controlli e le azioni comunitarie del ministero delle Risorse agricole, alimentari e forestali (Mipaaf e dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea). Agea è l’Organismo pagatore italiano che ha competenza per l’erogazione di aiuti, contributi, premi ed interventi comunitari, nonché per la gestione degli ammassi pubblici, dei programmi di miglioramento della qualità dei prodotti agricoli per gli aiuti alimentari e per la cooperazione economica con altri paesi. A controllare il “centro di potere” presso il Mipaaf di Agecontrol è Massimo Dell’Utri, uomo vicinissimo all’ex ministro siciliano Saverio Romano.

A denunciare la vicenda per molti versi poco chiara il vice presidente della Commissione Agricoltura al Senato della Repubblica, il senatore del Mpvimento 5 Stelle Luigi Gaetti. In un Atto Sindacale ispettivo, il n.4-00974 di ieri, il senatore grillino mette a nudo uno sperpero di risorse, quantificabile in almeno 500 milioni di euro dovuto al mantenimento di un consiglio di amministrazione inutile, quale quello di Agecontrol, atteso che, a seguito del trasferimento della proprietà, il funzionamento è passato nelle mani di Agea che ha un suo organismo monocratico composto da un direttore generale ed un collegio dei revisori dei conti.

Una vicenda oscura, quella del mantenimento della “governance” di Agecontrol , composta da cinque membri tra cui il nisseno Massimo Dell’Utri quale presidente. Società, ripetiamo, integralmente trasferita all’Agea già nel 2004.

Ciò che non convince il senatore del M5S è il fatto che mentre l’articolo 12, comma 13 del decreto legge 6 luglio 2012, n.95, recante disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini (Spending review), convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n.135 ha stabilito quale modello di governance per Agea un organo monocratico per ridurre la spesa di funzionamento, la stessa cosa non può dirsi per Agecontrol il cui funzionamento è demandato al consiglio di amministrazione composto da 5 membri.

Nell’Atto ispettivo Gaetti chiede al ministro Nunzia Di Girolamo se risulti a verità che dal 6 settembre 2011, momento in cui si è insediato l’attuale consiglio di amministrazione di Agecontrol con al vertice proprio Dell’Utri, le delibere, che sino a quella data erano pubbliche, siano state secretate.

Il senatore grillino focalizza l’attenzione sulla decisione, che pare essere stata assunta dal Consiglio di amministrazione di Agecontrol, di assegnare un passaggio di categoria (quadro) ad una conterranea di Dell’Utri, in presenza di un fortissimo contenzioso con il personale.

Ed ancora, Gaetti chiede al ministro Di Girolamo di conoscere quali motivi possano avere spinto Dell’Utri ed il suo Consiglio di amministrazione ad istituire l’organismo di valutazione e vigilanza costato nel 2012 qualcosa come circa 120 mila di euro. Organismo composto da siciliani amici di Dell’Utri e di Saverio Romano.

Altro aspetto poco chiaro che emerge dalla lettura dell’Atto ispettivo è la spesa di oltre 350 mila di euro, come si evince dal consuntivo 2012, sostenuta da Agecontrol per pareri legali esterni (costo per assistenza professionale esterna), malgrado la presenza di un ufficio legale interno.

La vicenda denunciata dal senatore grillino Gaetti rientra tra le cosiddette clientele dell’allora ministro Romano? Sembrerebbe di sì. Sui movimenti che hanno riguardato Saverio Romano, nel periodo in cui ricopriva il ruolo di ministro delle Risorse agricole il giornale “Europa” aveva pubblicato un articolo dal titolo eloquente: “Le malefatte di Romano al ministero”. Un vero e proprio focus sulle attività del ministro e nello specifico rispetto alle nomine degli enti vigilati dal ministero dell’agricoltura. Richiamiamo un passo di Europa.

“Mai si era vista tanta disinvoltura nel nominare persone al vertice degli enti, in barba a ogni logica di professionalità e competenze. In un momento in cui il paese avrebbe bisogno più che mai delle sue risorse migliori, il ministro dell’Agricoltura nomina persone in larga parte del proprio entourage di partito e territoriale. Eppure, nella sua prima audizione al Senato al momento del suo insediamento, aveva dichiarato di voler procedere a una operazione di trasparenza e di voler predisporre un piano di valutazione di efficienza del sistema degli enti, per poi procedere ad un riordino in tempi brevi”.

Sulla vicenda delle nomine anche il quotidiano Livesicilia con un articolo del 29 settembre 2011 aveva affrontato la vicenda sottolineando come “nella seconda metà di agosto – si legge – mentre il Parlamento era impegnato nella manovra finanziaria, il ministro procedeva, a tamburo battente, alla nomina del presidente di Agecontrol (organismo di controllo di Agea) ed individuava Massimo Dell’Utri da Caltanissetta, già uomo dell’Udc di Cuffaro, sconfitto a suo tempo nella disputa per la presidenza della provincia di Caltanissetta e poi recuperato nel 2003 ai vertici di Irfis, istituto di Mediocredito regionale”.

Insomma, un uomo per tutte le stagioni, Massimo Dell’Utri, poco fortunato con l’elettorato, che non riuscirebbe mai a convincere, ma sempre pronto a ricoprire incarichi e ruoli in ogni dove. Da indiscrezioni pare anche che si sia avvicinato a Confindustria Sicilia, da buon nisseno, e che abbia anche un ruolo regionale in Banca Nuova. Tutto da verificare, ma se fosse vero, non ci sarebbe da stupirsi.

Giuseppe Messina

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