Che siano davvero ‘tecnici’ non ci crede nessuno. In effetti, a ben guardare, si tratta di ‘trombati’ alle elezioni, inviati ‘speciali’ di Roma, ex segretarie personali, un magistrato e la figlia di un eroe siciliano da sfoggiare nelle odi anti-mafia, e vari personaggi in cerca d’autore.
Parliamo degli assessori ‘esterni’ del Governo Crocetta, chiamati cioè a fare parte della Giunta regionale, nonostante nessuno li abbia votati e nonostante non ci sia unanimità sulle loro competenze per i ruoli istituzionali che rivestono.
L’argomento sta tornando sulla bocca di tutti in un un momento politico delicato per la Sicilia. All’indomani dei risultati elettorali delle amministrative, i partiti che appoggiano Crocetta gli stanno presentando il conto. Chiedono più spazio in Giunta, anche perché la forza elettorale del Megafono, movimento del Presidente della Regione, si è rivelata alquanto limitata. E’, quindi, comprensibile come gli assessori cosiddetti tecnici finiscano dritti nel mirino: stanno occupando spazi, che secondo il manuale Cencelli, dovrebbero andare a chi ha portato voti.
Ma, in questa sede, non vogliamo soffermarci sulle dinamiche dei partiti e sulle loro ambizioni, più o meno fondate. Vogliamo guardare alla ‘cosa’ dal punto di vista della spesa pubblica. Dal punto di vista dei comuni mortali, dei cittadini siciliani, di quanto devono sborsare per ‘accollarsi’ i 12 apostoli di Crocetta.
Ad occhio e croce, troppo. A questi signori e a queste signore, viene , infatti, riconosciuto un trattamento economico equivalente a quello dei deputati regionali.
Ognuno dei 90 deputati dell’Ars, è noto, costa alla comunità allincirca, al lordo, 300 mila euro lanno.
Ma, come per magia, i siciliani, oggi non ne mantengono più ‘solo’ 90, ma 102. Fino a prova contraria.
A conti fatti, questa bazzecola significa un aggravio, per le già dissestate finanze regionali, di almeno 4 milioni di euro lordi allanno. Oltre allo stipendio da deputati, questi esterni atterrati in stile Mary Poppins a Palazzo d’Orléans, pare si becchino pure 4 mila euro al mese per le indennità previste al ruolo di assessore.
Questa pratica, è stata ‘consacrata’ da Governo Lombardo, che nella finanziaria del 2012 ha inserito un ‘codicillo’ che ha trasformato in legge una delibera di Giunta dei primi anni del 2000, quando presidente della Regione era Totò Cuffaro. In pratica, nella manovra economica dello scorso anno si è garantito il ‘pregresso’ e a anche il futuro di questi ‘scienziati’ chiamati a fare parte dell’amministrazione regionale.
Da sottolineare che, sempre per magia, il Commissario dello Stato, solitamente molto solerte nel dire la sua sui fatti di Sicilia, in quell’occasione non ha trovato nulla da ridire su quella norma vergognosa. E che , LinkSicilia, ha denunciato queste anomalie, praticamente, in solitudine.
Ma erano i tempi di Lombardo. Oggi, però, c’è un governatore che parla di trasparenza, correttezza, legalità e, soprattutto, di spending review. Ma, a quanto pare, distratto su questioni sostanziali: come mai non ha imposto nuove regole per le sue reclute? Perché perseverare nel modus operandi di Cuffaro e Lombardo in tempi in cui la Sicilia ha fame?
Come è possibile che la spending review vale per tutti i siciliani e non per i 12 assessori della sua Giunta? Per quale motivo i siciliani devono mantenere altri 12 ‘deputati’ non eletti dal popolo? Non ne vediamo uno valido.
Quali sono le ragioni per cui la Sicilia, già in ginocchio finanziaramente, deve mantenere questi esterni che nulla hanno in più dei deputati eletti e già pagati? Siamo sicuri che il gioco valga la candela? A guardare i personaggi della giunta Crocetta, le loro mancate competenze e i loro risultati, sembrerebbe proprio di no.
Siamo sicuri che ci sarebbero tanti modi migliori per spendere le già esigue risorse pubbliche piuttosto che mantenere nel lusso una banda di personaggi in cerca d’autore. Quando parlano di spending review fanno solo ridere:sono l’emblema degli sprechi della politica. Alla faccia dei proclami….
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