Speciale elezioni politiche 2013 Dopo i numeri le prime dichiarazioni

Giornata intensa di spoglio elettorale per il rinnovo del parlamento italiano per i prossimi cinque anni. Arrivano i primi dati da Camera e Senato e si prospetta una situazione di totale incertezza soprattutto per ciò che riguarda la governabilità. La coalizione guidata da Silvio Berlusconi, infatti, a circa un terzo dei voti conteggiati, sarebbe in testa al Senato, mentre quella guidata da Bersani vincerebbe alla Camera.

E cominciano ad arrivare anche i primi commenti di candidati e militanti dei vari schieramenti politici. C’è chi è un po’ deluso perché «le cose stanno di certo andando peggio del previsto e ora si corre il rischio dell’ingovernabilità», dice Giuseppe Berretta, candidato alla Camera per il Partito democratico. Sottolinea che ancora è presto per avere il quadro delle preferenze e dei seggi ottenuti, ma se i dati dovessero essere confermati, ipotizza già «o un dialogo tra le forze politiche presenti in Parlamento oppure un nuovo voto in tempi brevi».

Dati ancora così provvisori che Giovanna Marano, anche lei candidata alla Camera ma con la coalizione di Antonio Ingroia, non vuole commentare. «Aspettiamo», dice.

Non è della stessa opinione Toti Lombardo, figlio dell’ex governatore siciliano Raffaele Lombardo e candidato al Senato per il Partito dei siciliani. Anche per loro, come per il Pd, i numeri sono inferiori rispetto alla attese. «Ci aspettavamo almeno il tre per cento – dice – e invece forse ci attesteremo tra il 2,2 e il 2,3 per cento». Raffaele Lombardo non è riuscito a conquistare la poltrona desiderata, ma secondo il figlio Toti quella appena trascorsa è stata «una campagna elettorale avvincente», più di quella recente per le elezioni regionali di cui è stato protagonista. «Qui le difficoltà sono state maggiori e la situazione era più ostile, ma è stata una battaglia fatta di idee e impegno, orgogliosa e fiera che esprime tanta voglia di fare politica. Che è anche testimonianza e non solo una carica».

Secondo Andrea Vecchio, poi, candidato al Senato con la lista Con Monti per l’Italia, le elezioni sono andate «abbastanza bene alla Camera e meno bene al Senato dove i nostri alleati, Udc e Fli, sono crollati». Non lo stupiscono molto i numeri che circolano in merito agli altri partiti, quello che invece lo lascia sorpreso è il successo di Silvio Berlusconi. «Pensavo fossimo un Paese più maturo che non si facesse abbindolare da false promesse», afferma. Il rischio di nuove elezioni lo spaventa un po’. «L’Italia non può sopportare subito nuove elezioni perché significherebbe il default del Paese, tanto conviene allora portare i libri contabili in tribunale ed espatriare». Auspica dunque un governo di grande coalizione «con persone sagge che sappiano trovare il giusto equilibrio per governare e scongiurare il dissesto».

Canta vittoria Basilio Catanoso, già deputato del Popolo della Libertà. «È una grande conferma conferma che gli italiani credono in noi», dice. Definisce il voto a Grillo «un voto di protesta». Per nulla stupito della conferma di fiducia dimostrata nei confronti di Berlusconi «perché è un uomo che mantiene la parola», non crede però che possa esserci la possibilità di un governo di coalizione, ma non esclude nulla. «Vedremo», chiosa.

Redazione

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