Diventa definitiva la sentenza della prima corte d’assise d’appello di Catania che, il 9 novembre 2015, ha condannato a sei anni e quattro mesi di reclusione Francesco Longo Minnolo per omicidio volontario. Il vigilante, in servizio ai mercati agro alimentari di Sicilia, dopo una lite, esplose un colpo di pistola contro il 22enne Giuseppe Giuffrida. Che morì il giorno dopo in ospedale.
La prima sezione della cassazione, su parere conforme della procura generale e delle parti civili, ha rigettato il ricorso presentato dai legali dell’imputato. I giudici d’appello avevano riformato in parte la sentenza del giudice dell’udienze preliminari Marina Rizza che, l’11 febbraio 2015, aveva condannato Minnolo a due anni e sei mesi di reclusione, derubricando l’accusa a «eccesso di legittima difesa». Mentre, durante la prima requisitoria nel processo di primo grado il pubblico ministero Angelo Brugaletta aveva chiesto quattordici anni.
Disposta inoltre anche una provvisionale di 20 mila euro ciascuno per i genitori della vittima e di 10 mila per il fratello e la sorella che si erano costituiti parti civili, assistiti dagli avvocati Giuseppe Lipera, Grazia Coco, Claudia Branciforti e Salvatore Cavallaro. Ad uccidere Giuffrida sarebbe stata dunque la sua Glock 19 calibro 9 per 21 di Minnolo, in dotazione per il servizio di vigilanza. A condurre le indagini i carabinieri del comando provinciale di Catania.
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