Si torna a sparare a Favara. Diversi colpi di arma da fuoco sono stati esplosi ieri sera, intorno, alle 23 in via Torino. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della locale tenenza e del nucleo radiomobile di Agrigento. Gli autori non sono stati ancora rintracciati, ma le tracce di sangue rinvenute per terra hanno fatto subito pensare agli inquirenti che se non c’era stato il morto, almeno una persona è rimasta ferita. A tarda notte una gazzella dei carabinieri di Agrigento ha rintracciato un uomo zoppicante in contrada Consolida, a pochi chilometri dall’ospedale San Giovanni di Dio. All’inizio ha negato di essere coinvolto del conflitto a fuoco, poi, scortato dai carabinieri al pronto soccorso, ha cambiato versione.
L’uomo, un 55enne di Favara, nella notte è stato sottoposto a un intervento chirurgico per rimuovere un proiettile dal gluteo sinistro. Durante l’operazione eseguita da un equipe medica del nosocomio agrigentino, i carabinieri hanno sequestrato tutti gli oggetti personali dell’uomo e dopo aver accertato le generalità hanno subito associato il nome alla famiglia mafiosa Di Stefano. Il 55enne, infatti, pur essendo incensurato rientra in più di una informativa delle forze dell’ordine, come soggetto contiguo alla criminalità organizzata.
L’episodio di ieri, per quanto ancora circondato da punti interrogativi, riporta il paese dell’Agrigentino al centro delle cronache per fatti violenti. Fatti che sono accaduti di recente nel territorio comunale, ma anche all’estero e, nello specifico, in Belgio dove negli ultimi mesi si sono registrati due agguati, con un morto e un ferito entrambi originari di Favara. Se ci sia un legame tra queste vicende non è ancora chiaro, ma gli inquirenti non escludono l’ipotesi.
La scia di violenza nell’Agrigentino sembra essere iniziata a febbraio 2015, quando durante carnevale, in piazza Crispi a Naro viene ucciso a colpi di fucile a canne mozze l’imprenditore Tito Terranova. Questi, secondo fonti di polizia, era stato l’autista in diversi omicidi negli anni ’90. A settembre dell’anno scorso, poi, il primo delitto in Belgio: è la sera del 14 settembre quando in un condominio di Liegi viene esplosa una raffica di colpi all’indirizzo di Mario Jakelich, 28 anni di Porto Empedocle, che viene colpito mortalmente alla testa, e Maurizio Di Stefano, 40 anni di Favara, nome di battaglia Furia, come i fratelli, e rimasto ferito ai polmoni, alle gambe e alla milza ma miracolosamente scampato all’attentato. Almeno una ventina i proiettili esplosi.
Il mese successivo, a Favara, viene ucciso Carmelo Ciffa. Era l’ora di punta quando in corso Vittorio Veneto, una delle vie più trafficate e affollate di Favara, l’uomo viene raggiunto da quattro colpi mentre si trovava a lavorare a una palma davanti al supermercato Paghi poco. Dopo un breve tentativo di fuga, Ciffa muore per le ferite riportate al collo e torace. Si arriva così al 10 maggio e nuovamente in Belgio: Rino Sorce, 50enne originario di Favara e proprietario della bar-ristorante-pizzeria Grande Fratello a Sclassen, periferia di Liegi, viene assassinato con diversi colpi di arma da fuoco nel momento in cui ha messo piedi fuori dal proprio ristorante. Nell’agguato viene ferito anche il cuoco, un uomo originario di Noto.
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