Sostare, il fronte dei no all’aumento della tariffa «Parcheggi scambiatori e stalli per i residenti»

«L’amministrazione comunale può portarsi da casa i sacchi a pelo, perché presenteremo almeno duecento emendamenti». L’annuncio è del leader del gruppo consiliare Fratelli d’Italia Manlio Messina e arriva in merito alla delibera sul contratto di servizio Sostare. La bozza del regolamento, sulla quale la giunta lavora dalla scorsa estate, sarà oggetto di discussione e votazione nella seduta di Palazzo degli elefanti prevista per oggi pomeriggio. Tra le proposte dell’amministrazione guidata da Enzo Bianco c’è anche l’aumento del costo della sosta a un euro nel centro storico e a 90 centesimi nel resto della città. Con gli stalli a pagamento che passerebbero a un totale di ottomila. «Per come è stato realizzato il nuovo contratto, che dovrebbe essere in vigore fino al 31 dicembre del 2020, Catania rischia di continuare a stare indietro mentre il resto delle città d’Italia si organizzerà su come gestire il traffico delle automobili volanti», dice ironico il consigliere Messina. 

Gli emendamenti da lui firmati sono stati ideati insieme al collega di partito Ludovico Balsamo. E desterebbero anche le simpatie non solo di una parte dell’opposizione, ma anche di una fetta della maggioranza. Il punto di partenza del ragionamento di Messina e Balsamo – che hanno dialogato con alcuni cittadini, vagliando anche i regolamenti sulla sosta a pagamento di Bologna, Parma e Torino – è un deciso no agli aumenti dei costi per i cittadini etnei. «La partecipata Sostare ha un grave deficit di bilancio che, nei fatti, ha iniziato a maturare tre anni fa, in concomitanza con l’avvento della giunta Bianco – afferma Messina – Noi crediamo che i buchi finanziari dell’azienda non debbano essere tappati dai soldi dei catanesi». 

I punti saldi degli emendamenti si basano sul principio che intende «agevolare la sosta e non complicarla», precisa Messina. O almeno non come intende facilitarla Palazzo degli elefanti. Tra le modifiche c’è la previsione di stalli esclusivamente dedicati ai residenti. A un costo contenuto – massimo otto o dieci euro al mese, a fronte di un abbonamento simile pensato dall’ente a un prezzo di 20 – e sulle strisce bianche. Quelle che, attualmente, sono gratuite. Le strisce bianche a Catania sono ottomila, «noi prevediamo di assegnarne quattromila di questie alla gestione di Sostare», sottolinea Messina. Una misura che consentirebbe di rendere fruibili agli avventori altrettanti stalli blu, quelli tradizionali gestiti da Sostare, e permetterebbe alla partecipata del Comune di Catania di «guadagnare oltre che dalle ottomila strisce blu previste, anche da queste quattromila, per un totale di almeno 900mila euro». Così facendo «non ci sarebbe bisogno di aumentare il prezzo della sosta», continua Messina. 

Tra gli emendamenti figura anche la riduzione del costo del biglietto di sosta – a 50 centesimi l’ora – vicino agli ospedali. Ma non nelle aree in prossimità di scuole, di poli universitari e di parti cittadine con una grossa concentrazione di uffici pubblici. Perché «nonostante ci rendiamo conto delle numerose esigenze, pensare una soluzione per ciascuna categoria sarebbe economicamente insostenibile», spiega il capogruppo di Fratelli d’Italia. Che, insieme al collega di partito Balsamo, punta anche a realizzare due parcheggi scambiatori – uno in piazza Spedini e un altro al piazzale Raffaello Sanzio – che rendano facile il collegamento, tramite due linee Amt dedicate, con piazza Stesicoro e corso Italia. Una meccanismo che «renderebbe Catania certamente più sostenibile, almeno dal punto di vista della viabilità. In attesa, poi, della conclusione dei lavori della metropolitana», dice Messina. Un momento, quest’ultimo, a partire dal quale i prezzi per la sosta potranno essere aumentati. Ma non prima, perché «attualmente la gente è costretta a spostarsi in automobile, non ci sono alternative. Dopo, quando ci sarà l’opportunità reale di non dover prendere la macchina, si potranno scoraggiare gli automobilisti con l’aumento delle tariffe», sostiene. 

Secondo Messina e Balsamo una parte degli introiti della Sostare dovrebbero essere reinvestiti in progetti di modernizzazione urbana tramite «bike sharing, car sharing, realizzazione di centraline di auto elettriche e abbattimento dei costi per la sosta del 50 per cento per chi utilizza mezzi totalmente elettrici. Abbiamo studiato, può funzionare», conclude Messina. 

Cassandra Di Giacomo

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