Sorpresa: Gianfranco Miccichè vorrebbe scalzare Vincenzo Gibiino dalla guida di Forza Italia in Sicilia!

IN EFFETTI SEMBRA L’UOMO GIUSTO PER RIUNIFICARE IL CENTRODESTRA DELL’ISOLA… INTANTO ANGELINO ALFANO E QUELLO CHE RESTA DELL’UDC SI LECCANO LE FERITE. E LAVORANO PER RIENTRARE SOTTO LE BANDIERE DI BERLUSCONI. MA…

C’è grande movimento, nell’area del centrodestra siciliano. Le ‘voci’ riguardano Forza Italia. Ma non risparmiano il Nuovo centrodestra democratico di Angelino Alfano. Mentre il leader di quello che resta dell’Udc dell’Isola, Giampiero D’Alia – con il probabile accordo di Casini – comincia  a capire che, dalla designazione di Rosario Crocetta quale candidato del centrosinistra alle elezioni regionali fino ad oggi ha, praticamente, sbagliato tutto.

Insomma, fino al 2008 il centrodestra siciliano – elezioni regionali di quell’anno – conquistava la presidenza della Regione, con le liste che sfioravano il 70 per cento dei consensi. Come hanno fatto, in quattro anni dividersi e a perdere oltre il 60 per cento dei voti?

Questo potrebbe lasciar pensare ad un’autocritica. Che, forse, potrebbe riguardare il Partito di Alfano e l’Udc. Ma non Forza Italia. Dove le indiscrezioni registrano un tentativo, in verità un po’ maldestro, di tornare al passato, dimenticando gli errori e, soprattutto, le responsabilità dei protagonisti di questi errori.

Si racconta, ad esempio, che Gianfranco Miccichè, che è uscito sconfitto dalle elezioni europee – è terzo, primo dei non eletti dietro Salvo Pogliese (che ha preso 10 mila voti in più di lui) e e il sardo Salvatore Cicu (quasi mille voti in più di Miccichè) – vorrebbe contare ancora.

Di fatto, le elezioni le ha vinte il coordinatore di Forza Italia in Sicilia, Vincenzo Gibiino, che è riuscito a portare al Parlamento europeo due eurodeputati. Ma Miccichè e i suoi sostenitori sostengono di essere loro i vincitori, perché i 50 mila voti presi dal terzo classificato sarebbero un grande successo. Morale: Miccichè si vorrebbe prendere il Partito in mano.

In pratica, un ritorno al passato. Con Berlusconi in difficoltà, sempre per quei motivi – mai in realtà spiegati – in base ai quali, in Sicilia, bisogna comunque dare ragione a Miccichè “a prescindere” per dirla con il grande Totò…

E’ successo anche in queste elezioni. Come capolista erano in tanti ad aspettarsi Barbara Berlusconi. Sarebbe stata una grande capolista. Invece, alla fine, il leader di Forza Italia – che ormai è veramente troppo anziano – ha accontentato Miccichè, messo addirittura capolista.

Risultato: la lista di Forza Italia si è molto indebolita (una lista con un capolista debole, che perde le elezioni, è, quasi sempre, una lista debole). Nonostante questo, la gestione Gibiino ha portato a casa due eurodeputati. Considerato quello che è avvenuto nelle altre quattro circoscrizioni, è stata una vittoria.

Ora arriva la richiesta di Miccichè. E così come è riuscita la non-candidatura di Barbara Berlusconi (che probabilmente avrebbe fatto ‘volare’ la lista nella circoscrizione Sicilia-Sardegna) e l’ ‘incoronazione’ di Miccichè a capolista, non è da escludere che il capo di Forza Italia torni ad accontentare il suo pupillo siciliano. Da Berlusconi, ormai, c’è da aspettarsi di tutto (l’età avanza…).

 

Del resto, Miccichè ha solo spaccato il Pdl siciliano, si è alleato con l’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo alleato del PD. E ha fatto perdere le elezioni regionali al centrodestra siciliano che, nel 2012, ha candidato Nello Musumeci.

Insomma, il leader ‘ideale’ per ricompattare il centrodsetra in Sicilia…

Non va meglio per l’accoppiata un po’ ‘scoppiata’ Udc-Nuovo centrodestra di Alfano. Che alle elezioni europee è stata protagonista di un clamoroso flop. Siccome noi abbiamo il vizio della memoria, ricordiamo i ‘sondaggi’ diramati dai grandi quotidiani del nostro Paese a marzo e ad aprile, che davano questa formazione politica, da sola, al 15 per cento! Grandi ‘sondaggi’!

Risultato: il Nuovo centrodestra in coppia con l’Udc ha raggranellato un discutibile 4 per cento: appena la soglia che bisognava raggiungere per superare lo sbarramento. Una percentuale che sa tanto di Ministero dell’Interno (la verità è che quello che è successo nella gestione delle schede elettorali lo sa solo Iddio: già sulla rete cominciano a circolare notizie di brogli elettorali: vedremo).

 

Non è andata molto meglio nella circoscrizione Sicilia-Sardegna. Nella quale, con tutto il Ministero dell’Interno, Udc, Alfano e compagni non sono andati oltre il 7,5 per cento. Un po’ meglio nella sola Sicilia con il 9 virgola qualcosa per cento. Sempre troppo poco per due Partiti – Nuovo centrodestra e Udc – che in Sicilia si aspettavano non meno del 15 per cento.

Che succederà? Giampiero D’Alia, leader dell’Udc siciliana, ha già dato la linea: ricostituzione del polo moderato, a Roma come a Palermo, e dialogo con Forza Italia.

Ma arriva un po’ in ritardo. Perché Berlusconi, oggi, è ‘europeista’ solo perché si spaventa che i tedeschi – che sono i ‘gendarmi’ dell’Unione europea e dell’euro – gli ‘mangino’ le sue aziende. Questo rende Forza Italia un Partito ‘prigioniero’ di un leader a propria volta ‘prigioniero’ delle proprie aziende.

Sfruttando un Berlusconi costretto a restare ‘europeista’, l’Udc vorrebbe smarcarsi da un PD che gli ha fatto perdere dignità politica e voti (per non parlare della Sicilia dove l’Udc ha addirittura imposto Rosario Crocetta al PD: incasindosi e incasinando lo stesso PD siciliano, spaccato e alla mercé di un presidente della Regione inadeguato).

Intanto da Roma arriva la notizia che l’ex leader di An, Gianfranco Fini, vuole rientrare in politica. Però non vuole tornare con Forza Italia. Mentre Alfano – insieme con l’Udc – tratta per rientrare in Forza Italia, perché il 4 per cento, alle prossime elezioni politiche lo vede con il cannocchiale…

 

Redazione

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