«Sono disponibile ad essere eletto papa» Da Acireale lettera di un giovane al Conclave

Oggetto: «Disponibilità ad essere eletto papa». Testo del messaggio: «Vi prego di tenere in considerazione la mia disponibilità ad essere eletto nuovo successore dell’apostolo Pietro». Non è uno scherzo, anche se all’origine della lettera realmente inviata da Alberto Rapisarda, 25enne di Acireale e cattolico praticante, ai cardinali che si riuniranno in Conclave, c’è prima di tutto un «puro gusto burlesco». Eppure, in linea teorica, che un laico possa essere eletto papa potrebbe realmente accadere. L’unico requisito per essere scelto come vescovo di Roma, secondo il diritto canonico, è infatti quello di essere maschio, celibe e battezzato.

Ecco dunque la provocazione, che tuttavia, sottolinea Alberto «non ha l’obiettivo di criticare a priori la Chiesa, né l’intenzione di affermare che chiunque è in grado di fare il papa». Quanto, piuttosto di lanciare un messaggio. «Sarebbe bello che il nuovo papa stesse, come i laici, più in mezzo alla gente», spiega Alberto che fa parte in modo attivo dell’Azione cattolica della sua parrocchia. Sulla busta che contiene la lettera, ha incollato due francobolli e scritto il destinatario: Città del Vaticano. «L’indirizzo si trova facilmente su diversi siti del Vaticano, come quello della Sacra Rota», precisa. In cima alla lettera, l’intestazione: ai cardinali riuniti in conclave per l’elezione del nuovo papa. E visto che l’unico requisito è proprio il battesimo, ha allegato il curriculum vitae. «Una cosa minima – precisa – Ho messo i miei dati personali, il certificato di battesimo e altre informazioni che potrebbero risultare utili». Quali? «Per esempio che sono stato capo chierichetto».

Dietro il gesto irriverente, una logica c’è. «Se venisse eletto papa un cristiano che non ha fatto tutta la trafila gerarchica di vescovo e cardinale, forse avrebbe più il senso pratico della vita della comunità, della vicinanza alla gente». E’ questo che Alberto si aspetta dal nuovo pontefice, insieme a una maggiore trasparenza e a un impegno nel riconquistare la fiducia delle persone, credenti e non, nei confronti della Chiesa. «Mi piacerebbe che dicesse in modo chiaro le cose che non vanno, senza nasconderle, che riducesse i beni materiali e che desse avvio a una vera riforma del clero, perché servono sacerdoti che sappiano insegnare anche quei valori per vivere meglio nella società civile», conclude Alberto a cui non spetta altro che attendere la fumata. Nera, si presuppone.

Salvo Catalano

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