A Palermo e provincia gli enti caritatevoli assistiti dalla Fondazione Banco Farmaceutico sono saliti a 28, ma nel frattempo è cresciuto a ben 28mila confezioni il fabbisogno di farmaci perché i tantissimi soggetti che non hanno soldi per curarsi possano affrontare questo periodo di picco influenzale.
Così è scattata la corsa contro il tempo per raggiungere questo obiettivo entro lunedì prossimo. Quest’anno la raccolta di farmaci è cominciata prima, lunedì scorso, con un buon riscontro, ma il clou sarà oggi e lunedì, con in campo tutte le 94 farmacie aderenti all’iniziativa, in aumento rispetto all’edizione del 2019, e con 400 volontari del Banco Farmaceutico.
«E’ importante l’impegno di tutti i cittadini – spiega Roberto Tobia, presidente di Federfarma Palermo – perché sono sempre di più le persone che, pur avendo la ricetta del Servizio sanitario nazionale, non possono pagare neanche il ticket. Non riusciamo ad aiutare tutti, perché spesso si vergognano e neppure entrano in farmacia, rinunciano
a curarsi aggravando la propria condizione di salute».
«Purtroppo – aggiunge Mario Bilardo, presidente dell’Ordine provinciale dei farmacisti – l’emergenza non si ferma qui con la Raccolta per il Banco farmaceutico, ma prosegue quotidianamente, tutto l’anno, con i farmacisti sempre impegnati in prima linea per contribuire a risolvere i problemi di questa società sempre più in declino. I dati Istat confermano che la povertà sanitaria è in aumento e non basta più la generosità: occorre trovare una soluzione strutturale».
Giacomo Rondello, delegato provinciale del Banco farmaceutico, ha ringraziato «le farmacie, i volontari e i cittadini che stanno contribuendo con grande spirito di abnegazione al grido d’allarme dei tanti poveri del territorio. Già nei primi giorni di raccolta straordinaria c’è stato un incremento di donazioni. Confidiamo ora in questi ultimi due giorni per dare risposte ad una domanda purtroppo in crescita».
Situazione confermata da Salvatore Beninati, della Farmacia solidale dell’Istituto Villa Nave: «Noi riceviamo sempre più confezioni dal Banco Farmaceutico, dalle farmacie, dalle industrie e da privati cittadini, riusciamo ad aiutare tanti poveri e tanti enti caritatevoli. C’è anche quando riusciamo a inviare confezioni in zone di guerra come ad Aleppo, in zone dove operano i soldati italiani come in Libano, o a missioni in Congo, ma spesso dobbiamo dire no per
mancanza di disponibilità. E’ un’emergenza molto più grande di noi».
(fonte: Federfarma)
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