Solidarietà, questa sconosciuta

di Lorenzo Ambrosetti

Si parla diffusamente che tra i giovani ricorra una generalizzata e corrente crisi di valori. Io vorrei chiarire, intanto, che non di una crisi è corretto parlare, quanto piuttosto del fatto che i valori oggi sono diventati relativi.

Un tempo, mi riferisco in particolare agli anni ‘50 e ‘60 del secolo passato, i giovani di allora avevano dei valori condivisi. Il Paese usciva da una grave crisi, c’era stata una guerra, il ventennio fascista, si era in tempo di operosa ricostruzione.

Allora il concetto di solidarietà e di vicinanza ai più deboli era sentito come importante. Anche le forze politiche di allora, tanto la Democrazia cristiana come il Partito comunista, erano particolarmente sensibili a questi temi ed in qualche modo anche la loro propaganda era orientata in tal senso.

Non che allora non ci fossero episodi di corruzione o di malcostume tra le forze politiche; anzi tutt’altro. Però, di fronte a determinati temi, complice anche l’intervento allora massiccio della Chiesa cattolica, vi erano appunto dei valori condivisi e sentiti in qualche modo come universali.

Oggi la politica è completamente venuta meno alla propria missione. Chi fa politica lo fa, generalmente – e tranne qualche rara eccezione – per un interesse personale e non certamente perché abbia una visione alta del bene collettivo.

Il berlusconismo, che speriamo sia nella sua parabola discendente, ha letteralmente invaso ogni campo dell’agire sociale ed ha condizionato, in modo massiccio, tutto il linguaggio della politica, sia di destra che di sinistra.

Anche le forze politiche che si richiamano a valori di sinistra, che quindi in qualche maniera sono più egualitarie e tese alla protezione dei più deboli, improntano il loro linguaggio secondo precise dinamiche attoriali, che sono tipiche di Berlusconi, e ricercano la battuta ad effetto per impressionare il pubblico dei telespettatori.

In una parola, si assiste al predominio della forma sulla sostanza e la politica e, quindi, anche la società appaiono sempre più svuotate di contenuti e prive di valori.

In questo clima di generalizzata e diffusa confusione etica, i giovani appaiono disorientati. Non ci sono più tra di loro, valori sentiti come universali. Ciascuno si costruisce da solo un suo mondo, un proprio universo, che molto spesso è privo di regole e di misura, nella più profonda convinzione che il mondo non possa più cambiare in meglio e che i giochi, in qualche modo, sono fatti.

Parlerei, a proposito, di rinnovato pessimismo nelle valutazioni personali, nei progetti di vita, nelle speranze e nei sogni che, complice anche la grave crisi economica che da anni viviamo, il più delle volte si infrangono nelle barriere del nulla.

C’è una parola che forse dovrebbe tornare in voga: solidarietà.

Solo la fraternità e lo solidarietà possono porre un argine alla crisi di valori cui oggi assistiamo, nella misura in cui riescano a diffondersi tra i giovani. Per fondare il germe di una nuova speranza, occorre essere tutti insieme uniti.

Le idee, molto spesso, riescono a cambiare il mondo.

ambrosettilorenzo@yahoo.iti

Redazione

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