All’indomani della tragica morte di Tania Valguarnera, i dipendenti Alicos hanno ottenuto dall’azienda un’ora di permesso per ricordare la loro collega e amica, strappata alla vita alle prime ore del mattino di ieri, domenica 17 maggio. L’uomo al volante, Pietro Sclafani è risultato positivo al narcotest. L’uomo era alla guida di un piccolo furgone e pare percorresse la corsia preferenziale – nonostante la patente gli fosse stata ritirata – quando ha travolto la giovane in via Libertà all’altezza dell’incrocio tra via Cuccia e via Cordova.
Sul punto esatto dell’incidente sono stati posti dei mazzi di fiori freschi e lo striscione Per Tania è stato retto dagli colleghi e successivamente affisso ad un albero. Diverse le testimonianze degli amici in lacrime che hanno vissuto gli ultimi attimi della vita di Tania. Gabriella, collega Alicos racconta a Meridionews di aver sentito l’impatto. «Aveva la testa sull’asfalto e corpo sul marciapiede per la forza con la quale è stata travolta. Perdeva sangue ma respirava ancora. Abbiamo chiamato il 118 e un collega vigile del fuoco l’ha sistemata, l’ha distesa sul marciapiede ma era irriconoscibile. Abbiamo dovuto prenderle i documenti per capire chi fosse. Mi dispiace del tempo che è passato prima che potessimo avvertire la famiglia ma il cellulare era distrutto dallo scontro. – Continua Gabriella – Il 118 è arrivato dopo un quarto d’ora insieme a sei volanti della municipale. Un’altra collega della giovane scultrice, Maurisel, racconta a Meridionews di essere stata chiamata a lavoro a causa di un black out. «Sono arrivata alle 9.50, ho visto la ragazza sotto la coperta gialla e ho provato dolore vedendola per più di tre ore sotto la pioggia. Immagino che la famiglia abbia appreso la notizia dai giornali, visto che non siamo riusciti a trovare un numero di telefono per comunicare con loro. – Continua – Il momento più tragico è stato quando il corpo è stato spostato nel furgone della polizia mortuaria ed è scivolata la coperta, era già tutta nera. Francesco, il fidanzato di Tania, è arrivato quando già l’operazione si era conclusa. La sua rabbia era violenta».
Rossella Stella racconta che il turno Tania sarebbe iniziato alle 7 e che la ragazza non era in ritardo. «Provo un dispiacere immenso e ricorderò per sempre la scena di quel farabutto che è sceso dalla macchina, si è avvicinato a quell’angelo e poi è scappato, lasciandola morire. Tania era una perla e come lei rischiamo tutti di diventare vittime della strada, mancano i controlli. Questo poi, è un tratto maledetto. – afferma Rossella a Meridionews – La madre, che non si dà pace, chiede che la legge venga modificata, che venga applicata la pena di morte e che questa persona ignobile smetta di vivere, affinché si faccia una giustizia esemplare». Tania era una persona discreta e particolare, un’artista formidabile, come racconta ancora Rossella «Si è laureata con sacrifici, pagandosi gli studi con il call center, e andando contro la famiglia. Mi diceva sempre ‘Palermo è un po’ chiusa‘ sapesse ora, quanto le sue sculture stanno diventando famose».
Circa duecento le persone, tra amici, colleghi e residenti in zona che in occasione del Sit In di questa mattina, procedono con la raccolta di firme per la richiesta di provvedimenti urgenti. In questo momento la commozione e la rabbia si traducono in un proposito di cambiamento. «Ho organizzato questo sit in di pancia, senza riflettere. – spiega Fabrizio Guarnotta – Questi avvenimenti iniziano a essere troppi, negli ultimi mesi ho assistito a più di cinque incidenti. Questo vuole essere un segnale forte nei confronti di chi è in auto e non sta attento. Questa ragazza aveva una vita davanti». I colleghi di Tania sono molto scossi, affermano di aver presentato nel 2009 la richiesta per un semaforo pedonale che non è mai stata accolta dall’ufficio traffico. «Io stessa sono stata travolta da un motorino in piena corsia preferenziale. Io sono ancora viva ma ogni giorno temo nell’attraversare la strada. Le strisce sono invisibili, e non sono solo gli automobilisti ma anche tassisti e autobus. Ora, con una vita spezzata, metteranno il semaforo. Perché qui le cose funzionano così».
Il presidente dell’ VIII circoscrizione Marco Frascapolara racconta a Meridionews «L’attivazione di un semaforo è stata rifiutata a parte dell’ufficio traffico perché in questo punto confluiscono via Simone Cuccia e via Cordova. Un semaforo si mette invece in corrispondenza di un rettilineo per evitare ingorghi. – Continua – Dopo anni di lotte per avere un semaforo pedonale io qui vedo solo un cartello con su scritto controllo elettronico della velocità ma temo sia solo un annuncio. Comunque chiederemo aggiornamenti per capire se ci sono misure alternative da poter prendere, intanto stiamo preparando una seconda petizione, appoggiata stavolta dalle firme del personale Cga, Corte dei conti, Alicos, dai Magistrati, dal personale e dai genitori che devono raggiungere l’asilo nido e dagli uffici di rappresentanza della zona».
Fabrizio Di Blasi, che abita in zona, racconta a Meridionews delle variazioni di percorso che è costretto a fare quando accompagna le sue bambine a scuola. «Devo allungare pur di stare tranquillo, qua corrono come i pazzi perché sanno che le forze dell’ordine ormai passeggiano per multare le doppie file e i divieti di sosta per fare cassa, quando in giro c’è il caos vero».
Alle dieci i ragazzi si spostano al centro dell’incrocio, occupando l’intera carreggiata comprese le due corsie preferenziali laterali. Alcuni di loro piangono, altri recitano tra le lacrime un Padre Nostro ed una Ave Maria, poi il silenzio, rotto dagli applausi finali per la giovane vita spezzata della loro amica Tania.
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