Sis, licenziati gli ultimi novanta  lavoratori «Infrastruttura strategica resta incompleta»

«Alla fine è stato sottoscritto l’accordo per il licenziamento degli ultimi 90 lavoratori impegnati nel passante ferroviario con la Sis. La procedura, comunicata dieci giorni fa, è stata definita oggi nella sede dell’impresa, in via Parlatore, al tavolo con le organizzazioni sindacali degli edili Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil.

A partire da maggio, gradualmente, verranno licenziati o, come chiedono i sindacati, trasferiti presso altri cantieri. Gli operai ancora in attività stanno completando parti di lavorazione, come previsto nell’ultimo accordo siglato con Rfi. «Le organizzazioni sindacali esprimono profonda amarezza non solo per i licenziamenti degl ultimi lavoratori e per l’ennesima procedura avviata, la sesta da quando esiste il cantiere, ma per il mancato completamento di questa strategica infrastruttura, dichiarano Salvatore Puleo, per la Feneal Uil Palermo, Lorenzo Scalia per la Filca Cisl Palermo Trapani e Piero Ceraulo, segretario generale della Fillea Cgil Palermo. 

Con la fuoriuscita definitiva della Sis, che in autunno ha recesso il contratto per l’appalto, l’opera resterà incompleta: i lavoratori rimarranno per dismettere le aree di cantiere. Rimangono incompiute la stazione della fermata di viale Lazio, la stazione Imera, fermata Giustizia, i lavori di completamento degli impianti tecnologici nel tratto che va dalla galleria Notarbartolo a quella di via Belgio, e i 60 metri di galleria di vicolo Bernava. Per queste opera bisognerà indire nuove gare d’appalto. 

Per quanto riguarda gli appalti per le stazioni Capaci e la sottostazione elettrica di Tommaso Natale, i lavori sono stati affidati di recente a nuove aziende, all’interno di un accordo quadro nazionale di Rfi. E si attende l’avvio dei lavori. «Gli ulteriori 90 operai licenziati andranno a rimpinguare il gruppo di lavoratori già licenziati da Sis, attualmente disoccupati, per cui stiamo chiedendo il riassorbimento in altre opere di Rfi, che non si sa ancora quanto partiranno – aggiungono Puleo, Scalia e Ceraulo – Tra queste, c’è il cantiere del raddoppio ferroviario Ogliastrillo-Castelbuono: il suo imminente avvio è stato dichiarato più volte dalle istituzioni ma il cantiere, fermo da due anni, con i lavori consegnati nel 2016, non è mai partito». I sindacati degli edili attendono anche di vedere gli effetti in Sicilia del decreto Sblocca cantieri, che prevede nuove misure per l’assegnazione degli appalti e per gli affidamenti. Mentre assistiamo alla fuoriuscita di Sis dall’appalto del passante ferroviario e attendiamo l’ingresso delle nuove imprese che dovranno svolgere i restanti lavori, la nostra preoccupazione – aggiungono Feneal, Filca e Fillea – riguarda anche il decreto sblocca cantieri. Potrà veramente velocizzare l’iter dei lavori in caso di criticità dell’appalto e di crisi delle imprese? Non ci sembra che al Sud si stiano sbloccando i cantieri».

Redazione

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