Scatta di nuovo il malcontento tra i lavoratori della Siracusa Risorse, che lamentano il mancato pagamento di otto stipendi. «L’ente ci aveva garantito che le nostre condizioni sarebbero migliorate e che avremmo ricevuto parte dei pagamenti, ma non vedendo alcuna reazione abbiamo deciso di riaccendere la protesta», spiega a MeridioNews Vincenzo Vitale.
E così i lavoratori della società in house dell’ex provincia di Siracusa, martedì scorso sono saliti nuovamente sul tetto del consorzio agrario con striscioni e slogan: «Non ce ne andremo da qui se prima non vedremo i salari che ci spettano nei nostri conti corrente», dicono. «Alcuni colleghi – denuncia Vitale – hanno le banche col fiato sul collo, stanno rischiando di perdere la casa e hanno subito il distacco parziale dell’energia elettrica e non riescono a pagare altri tipi di debiti che avevano contratto. Siamo al collasso, non solo economico, ma anche e soprattutto sociale».
Mercoledì scorso si è tenuta una riunione in commissione bilancio dell’Ars, presieduta dal deputato regionale Vincenzo Vinciullo, per fare il punto della situazione sui liberi consorzi siciliani. Dall’incontro è emerso che «Siracusa naviga nelle acque peggiori». Secondo Vinciullo, lo Stato ha imposto al libero consorzio aretuseo un prelievo forzoso di circa 19 milioni di euro, il terzo dopo Catania e Palermo. «In finanziaria – dice il deputato – siamo giunti alla conclusione che all’ex Provincia dovranno essere trasferiti circa 16 milioni di euro. La priorità è pagare il personale entro dicembre 2016 ed evitare il default». Durante la commissione, sarebbero state avviate anche le procedure necessarie per recuperare altre risorse da destinare agli operatori dei servizi sociali, che da circa un anno aspetterebbero i pagamenti.
I dipendenti del libero consorzio siracusano e quelli della Siracusa Risorse, nei giorni scorsi, hanno marciato dal consorzio agrario fino alla sede della ex Provincia di Via Roma, per lanciare, tra le altre cose, un segnale alla deputazione regionale che dovrà votare il bilancio di assestamento e, secondo quanto si apprende, garantire ai lavoratori il pagamento delle mensilità prima di natale 2016. «Se i politici faranno il proprio dovere e saremo, finalmente, remunerati, forse c’è la speranza di poter trascorrere in serenità il Natale. Altrimenti manterremo il presidio di protesta», conclude Vitale.
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