Nei locali della ex villa Mater Dei a Belvedere, quartiere di Siracusa, nascerà un centro di accoglienza pensato per ospitare 24 madri con i loro bambini. La gestione sarà della Curia, che è la proprietaria della struttura, insieme all’Istituto Sant’Angela Merici, fondazione ed ente ecclesiastico aretuseo che si occupa di riabilitazione di persone con disabilità. «Quando nel mese di agosto abbiamo appreso questa notizia – racconta a MeridioNews il presidente della circoscrizione, Vincenzo Pantano – si è subito costituito un comitato spontaneo di cittadini che esprimevano il proprio dissenso, non per razzismo ma per mancanza di sicurezza sul territorio e perché quella della struttura è una zona poco servita che ha già le proprie problematiche».
Dopo aver stilato un documento, votato all’unanimità e corredato da oltre 700 firme raccolte fra i residenti, la scorsa settimana una rappresentanza del consiglio di circoscrizione composta dai consiglieri Claudio Marino, Concettina Pastore, Gaetano Sarcià e dal presidente, ha avuto un incontro con il vicario del prefetto di Siracusa, Filippo Romano. «Abbiamo portato quel documento in prefettura per porre l’attenzione sul problema complessivo della presenza incontrollata degli immigrati provenienti dai centri di accoglienza limitrofi a Belvedere e per manifestare la preoccupazione dei residenti. Chiederemo al sindaco di farsi promotore di una richiesta di convocazione del comitato per l’ordine pubblico per affrontare la questione in tutti i suoi aspetti».
Sul territorio di Belvedere, ex frazione oggi circoscrizione di Siracusa, che conta circa settemila abitanti, in realtà non c’è alcun altro centro di accoglienza. «Però è come se ci fossero – spiega il consigliere Marino – perché il nostro quartiere è adiacente a due strutture che accolgono migranti adulti, stiamo parlando di 600 metri per una e al massimo due o tre chilometri per l’altra. Inoltre siamo preoccupati perché questo nuovo centro nascerà in una strada senza marciapiedi e priva di luce, in una zona periferica che sicuramente finirà ghettizzata».
La richiesta che viene dalla circoscrizione di Belvedere è quella di avere una maggiore disponibilità di forze dell’ordine sul territorio visto che «nei luoghi dove ci sono i centri di accoglienza il controllo è permanente – dice Pantano – ma i migranti sono liberi di spostarsi e, purtroppo, Belvedere è diventato il punto d’incontro e di ritrovo quotidiano per almeno un centinaio di loro: spesso stazionano all’interno dell’unico parco giochi che si trova di fronte a una scuola elementare e molte mamme sono preoccupate, oppure bivaccano nella zona dove ci sono le attività commerciali e alcuni cittadini si lamentano di essere disturbati dai loro comportamenti». Al comando provinciale dei carabinieri non risultano denunce o segnalazioni a carico di migranti nelle ultime settimane. Stando a quanto riferito dai militari, non esiste nemmeno un allarme sociale né sono stati rilevati problemi di ordine pubblico sul territorio. Sottolineano inoltre che stazionare in luoghi aperti di un centro cittadino, così come muoversi liberamente, non è reato.
L’integrazione sembra ancora lontana, eppure i numeri dell’accoglienza nel comune di Siracusa sono ben al di sotto di quelli previsti dalla direttiva Anci che, in accordo con il ministero dell’Interno, ha fissato la percentuale di 2,5 migranti ogni mille abitanti. A fare il punto è l’assessore alla Politiche sociali, Giovanni Sallicano. «Per quanto riguarda i centri di prima accoglienza per minori stranieri non accompagnati, sul territorio del Comune di Siracusa ci sono attualmente quattro strutture che, complessivamente, accolgono circa fra i 150 e i 160 ragazzi». Di queste solo una è regionale e sta sotto il controllo del Comune, mentre le altre tre sono prefettizie. «In teoria – spiega Sallicano a Meridionews – i minori dovrebbero rimanere in queste strutture solo per un mese ma, nella maggior parte dei casi, i tempi si dilatano. Per quanto riguarda invece le strutture che accolgono migranti adulti che insistono sul territorio siracusano sono solo due, entrambe gestite dalla provincia, e al massimo in tutto ospitano una cinquantina di migranti».
Conti alla mano, attualmente la cittadina aretusea ospita circa 200 migranti, molti di meno rispetto a quelli previsti dall’accordo Anci. «Sono ancora troppi i cittadini che ritengono che gli extracomunitari siano pericolosi o apportino solo disagi. Non mi preoccupano le polemiche sterili né chi vuole fare carriera politica a discapito di altri esseri umani – afferma l’assessore – ma che le strutture predisposte per l’accoglienza sorgano in zone servite, non in campagna come i canili, e che offrano servizi adeguati. La cosa fondamentale – conclude – è che chi gestisce questi centri deve avere le caratteristiche giuste per l’accoglienza e offrire delle reali possibilità di integrazione per fare in modo che il sistema funzioni bene per l’intera comunità cittadina».
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