Oltre 350 minori anziché andare a scuola, restano a casa, girovagano per la città o vengono impiegati in altre attività. Succede in provincia di Siracusa, dove i carabinieri, dopo aver effettuato le verifiche in molti istituti, hanno denunciato 500 genitori all’autorità giudiziaria. I controlli sono stati più intensi nella parte meridionale della provincia, dove si registrano i casi peggiori: oltre al capoluogo, la dispersione scolastica è forte ad Avola, Rosolini, Noto e Floridia.
Si tratta di bambini compresi tra gli 8 e i 12 anni, in gran parte maschi. «Vengono iscritti ma non si sono mai visti a scuola o si assentano in maniera continuativa senza giustificazioni», spiega il tenente colonnello del comando provinciale Giovanni Palatini. Dove vanno questi ragazzi? «Difficile dirlo – continua il militare – perché finora è stato impossibile verificare caso per caso. Adesso però si potrà accertare in sede penale».
I carabinieri hanno agito in sinergia con presidi e professori durante l’anno 2016/2017. «Ma ovviamente non siamo riusciti a verificare tutte le scuole, il fenomeno è sicuramente più ampio di quanto emerso finora», sottolinea Palatini. I genitori sono stati denunciati per il reato previsto dall’articolo 731 del codice penale, ovvero l’inosservanza dell’obbligo dell’istruzione elementare dei minori.
«La dispersione scolastica – sottolineano dall’Arma – di fatto sottrae i più giovani al naturale percorso di istruzione impedendo loro un corretto sviluppo culturale ed un regolare inserimento nel mondo sociale. Ciò determina inevitabilmente conseguenze deleterie sulla crescita dei ragazzi fin dalla loro più tenera età, limitandone fortemente le possibilità di scelta futura, specialmente nel mondo del lavoro, favorendo le premesse per le quali vengono alimentate le fila della delinquenza giovanile, terreno fertile, tra l’altro, da cui sono purtroppo solite attingere le organizzazioni criminali».
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