Siracusa, «evidente problema nella qualità dell’aria» Arpa chiede nuove norme e controlli su effetti sanitari

L’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente di Siracusa ha inviato al ministero dell’Ambiente e ad altri organi competenti, fra cui l’istituto superiore di Sanità, il Rapporto annuale sulla qualità dell’aria nel comprensorio Siracusa, Priolo, Melilli e Augusta, con una nota di accompagnamento nella quale si evidenzia la presenza di inquinanti non convenzionali di natura industriale che non sono attualmente previsti dalle tabelle della normativa vigente e il cui impatto, quindi, non è legalmente valutabile.

«In questo lungo e articolato commento – spiega a Meridionews il direttore della struttura territoriale di Siracusa, Gaetano Valastro, firmatario della nota insieme al direttore generale Francesco Licata di Baucina – ho voluto ribadire l’evidente problema della qualità dell’aria nella zona del Siracusano, per cui anche la popolazione spesso si lamenta. Per la prima volta ho voluto coinvolgere anche l’Istituto superiore per la sanità chiedendo di voler valutare gli effetti sanitari delle criticità riscontrate e di voler dare delle linee di indirizzo alla popolazione esposta. Inoltre, sia a livello nazionale che regionale, abbiamo voluto chiedere di intervenire con strumenti normativi nuovi che tengano conto delle peculiarità specifiche del territorio».

Idrocarburi non metanici e idrogeno solforato, che nel Siracusano si trovano spesso in concentrazioni superiori rispetto a quelle riportate dalla letteratura scientifica in aree non influenzate dalla presenza di poli industriali, causano frequenti e intensi disturbi olfattivi che hanno procurato anche situazioni di malessere alla popolazione. E la mancanza di parametri normativi che indichino i valori limite di riferimento impedisce all’Arpa di addentrarsi in giudizi di qualità di queste sostanze.

Come si legge nella nota, infatti, l’Arpa chiede al ministero «da un lato, ulteriori strumenti anche normativi che possano agevolare l’azione di controllo e di prevenzione; dall’altro, ogni azione e procedura utili al potenziamento dell’Agenzia, tenuto conto dell’attuale carenza di organico cui storicamente soffre l’Arpa Sicilia, in una regione in cui insistono, tra l’altro, tre aree a elevato rischio di crisi ambientale, ossia Siracusa, Gela e Milazzo».

Per consentire all’Agenzia di assolvere i delicati compiti istituzionali cui è preposta, l’Arpa di Siracusa ha bisogno di risolvere quanto prima anche il problema legato alla carenza di personale. «Io do merito all’assessorato regionale per il territorio e l’ambiente – precisa Valastro – che con la legge finanziaria del 2015 ha avviato un processo di potenziamento dell’Agenzia, ma riconosco che non è sufficiente. Sarebbe opportuno un intervento, magari del governo centrale, che possa dare luogo a procedure di assunzione di personale giovane e qualificato a tempo indeterminato partendo anche dal personale tecnico delle ex Province che fa capo ai vecchi settori ambientali. Questa – conclude – sarebbe nuova linfa per l’Arpa che, da sempre, soffre di una grave carenza di personale che arriva anche al 50 per cento».

Marta Silvestre

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