Il pubblico ministero, davanti ai giudici della corte d’Appello di Catania, ha chiesto 17 anni di carcere per Andrea Tranchina, il 22enne accusato di avere aggredito nel sonno e dato alle fiamme l’80enne Pippo Scarso. Dopo due mesi dall’episodio, avvenuto la notte tra l’1 e il 2 ottobre del 2016 a Siracusa, l’anziano era morto all’ospedale Cannizzaro di Catania.
Tranchina era già stato condannato, in primo grado dalla corte d’Assise di Siracusa, a 20 anni di reclusione per omicidio. L’imputato la notte dell’aggressione era insieme a Marco Gennaro (23 anni) – già condannato dalla corte d’Assise d’Appello di Catania a sedici anni di reclusione. Un terzo amico, Sebastiano Amorelli, è stato accusato solo di stalking – e condannato dal gup a quattro mesi – perché non avrebbe partecipato quella sera alla spedizione contro l’anziano ma sarebbe stato presente negli episodi precedenti del 28 e del 30 settembre.
L’anziano, un fruttivendolo ambulante ormai in pensione, era già stato vittima di episodi di bullismo da parte degli stessi ragazzi. Era stato il nipote Salvo Scarso a raccontare a MeridioNews che quella notte «mio zio non li ha nemmeno sentiti entrare in casa perché, di solito, porta un apparecchio acustico che però la sera toglie prima di andare a dormire». L’allora procuratore capo Francesco Paolo Giordano aveva parlato di «un atto di bullismo, di criminalità estemporanea nata quasi come un gioco».
Tranchina, ritenuto il responsabile materiale dell’aggressione per aver dato fuoco all’anziano, aveva collaborato durante la fase delle indagini. Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, l’anziano sarebbe deceduto per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute in conseguenza all’aggressione subita quella notte da Tranchina e Gennaro. Mentre la vittima dormiva, l’avrebbero cosparsa con liquido infiammabile e avrebbero poi dato fuoco provocando delle ustioni di secondo e terzo grado su varie parti del corpo dal cuoio capelluto al collo fino alla spalla sinistra. L’anziano sarebbe poi morto in seguito a uno shock settico e a una sindrome da grave infezione polmonare.
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