L’omicidio dell’82enne Sebastiano Bellofiore, il 28 gennaio del 2011, aveva colpito per la crudeltà dell’esecuzione. Il pensionato era stato sgozzato, gli erano stati amputati mani e piedi, ed era stato evirato. Il tutto con un coltello da cucina lungo 40 centimetri. Ad ucciderlo Massimiliano Pepi, perché il pensionato avrebbe fatto delle avances alla sua convivente che lavorava come badante proprio a casa dell’anziano. Oggi Pepi è stato nuovamente arrestato e trasferito nel carcere di Brucoli-Augusta, dovrà espiare una pena di 26 anni e 11 mesi, frutto della condanna definitiva.
Sono stati i carabinieri di Francofonte, ieri sera, a mettere le manette all’uomo, 41enne disoccupato e pregiudicato, originario proprio di Francofonte. Pepi era stato subito fermato come principale indiziato dell’omicidio e aveva confessato. A spingerlo la volontà di punire quelle che riteneva delle avances alla sua compagna. Il 41enne si è accanito sul corpo dell’anziano, colpendolo con più coltellate ai genitali. Dopo il terribile delitto, si sarebbe seduto a fumare una sigaretta per poi confessare subito ai carabinieri.
Inizialmente Pepi, giudicato con rito abbreviato, era stato condannato all’ergastolo. Quindi, nel giugno del 2013, la Corte d’Appello di Catania gli aveva ridotto la pena a 30 anni. Sentenza che era stata impugnata sia dal procuratore generale che dai legali dell’omicida, a cui nel frattempo erano stati concessi i domiciliari. Adesso arriva la condanna definitiva a 26 anni e 11 mesi.
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