Un corteo di protesta degli studenti della scuole medie superiori ha attraversato via Etnea a Catania. «Le nostre scuole stanno cadendo a pezzi, mancano anche i servizi di base, come i laboratori, chiusi dall’inizio dell’anno per questioni di sicurezza» dichiara Antonio, rappresentante dell’istituto professionale Majorana – Sabin di Giarre. La manifestazione ha visto una scarsa partecipazione per delle problematiche che però non solo sono importanti, ma interessano pressoché la totalità della popolazione studentesca. Probabilmente la bella giornata ha indotto i più a preferire altri luoghi.
I pochi partecipanti, che frequentano scuole diverse, hanno però ben chiara la situazione. Disastrosa. Lagibilità e i certificati di sicurezza antisismica mancano in quasi tutti gli istituti, nonostante Catania sia tra le città con il più alto rischio di terremoti in Italia. «Non ci sono spazi adeguati e punti di raccolta in caso di necessità» per una studentessa del liceo catanese Spedalieri, mentre allo scientifico Principe Umberto «non viene rispettato il rapporto tra il numero degli studenti e le dimensioni delle classi» sottolinea un altro studente. In moti edifici, poi, i pilastri hanno i ferri in bell’evidenza, per colpa dellusura del tempo, degli agenti atmosferici e dellumidità. Un anno fa la nostra redattrice Federica Motta ha indagato sullargomento con la sua video inchiesta «Quando la scuola crepa» all’interno del laboratorio di Step1 tenuto dalla prof. Rosa Maria Di Natale. Oggi come allora, purtroppo, la situazione non è cambiata, anche per questo gli studenti hanno voluto farsi sentire organizzando questa manifestazione insieme con il Movimento studentesco catanese e il sindacato Cobas degli insegnanti.
«Quando la scuola crepa» – parte II
«Quando la scuola crepa» – parte III
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