«Un calcio al guardalinee? Io ero a 70 metri, lo querelo per diffamazione». A parlare è Giuseppe Candido, il massaggiatore dell’Acireale Calcio squalificato dal giudice sportivo, dopo la rissa alla fine della partite tra i granata e la Sicula Leonzio, valevole per la finale regionale del campionato di Eccellenza. La sanzione per Candido è pesante – quattro anni lontano dai campi – tanto quanto l’accusa: aver malmenato l’assistente di linea Joseph Russo.
L’aggressione, a cui hanno preso parte alcuni tifosi dell’Acireale, e che ha portato anche alla squalifica per cinque anni del calciatore Filippo Vittorio, è venuta quasi al triplice fischio finale. Quando il punteggio era sull’1 a 0 per i padroni di casa, e dopo che l’arbitro aveva annullato per presunto fuorigioco il gol del pareggio ai granata. Vanificando la possibilità di giocarsi ai supplementari il passaggio del turno. Una decisione, quella del guardalinee, che ha scatenato l’ira dei supporter sugli spalti. Fino all’invasione di campo.
Nella ressa, però, Candido non ci sarebbe stato. «Stavo recuperando le bottiglie dell’acqua in panchina – dichiara a MeridioNews -. Si sarà confuso il guardalinee, perché mi trovavo da tutt’altra parte del campo». Il presunto scambio di persona, tuttavia, ha portato non solo alla squalifica ma anche alla conseguenza poco onorevole di essere etichettato come violento. «Non lo tollero – prosegue Candido -. Forse Russo è stato tratto in inganno dalla confusione, forse suggerito male. Ma comunque quella persona non ero io».
Da parte del massaggiatore, comunque, la volontà è quella di ristabilire la verità e se è il caso denunciare alla giustizia lo sfortunato guardalinee. «Già oggi mi recherò in questura per fare presente lo scambio di persona – spiega -. So che ci sono immagini che possono provare la veridicità di quello che dico, chiederò che vengano prese in considerazione. Poi mi rivolgerò alla Lega Calcio, perché non è possibile che ci vadano di mezzo le persone che non c’entrano nulla». Il passaggio dalla federazione sportiva è infatti obbligatorio. «Non è possibile denunciare penalmente uno sportivo per un evento accaduto nell’ambito della manifestazione», sottolinea.
Una battuta, infine, sulle violenze a fine match. «Questi episodi vanno condannati senza titubanze, ma non è neanche giusto che a pagare sia io che raccoglievo bottiglie a 70 metri dall’episodio», conclude il massaggiatore.
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