Mentre la maggioranza che sostiene il Governo regionale di Renato Schifani, fa i conti per definire la guida dell’assessorato alla Sanità, i sindacati entrano del dibattito politico sottolineando gli aspetti dove bisogna intervenire con urgenza. E sulla scena non fa sconti Cateno De Luca, pronto a varare il suo governo ombra che camminerà di pari passo rispetto alle questioni che verranno sollevate e a quelle affrontate dalla giunta. «Ci uniamo alle preoccupazioni – ha detto il leader di Sicilia Vera – espresse dai dirigenti della Funzione pubblica della UIL che hanno chiesto un intervento immediato da parte dei vertici Asp e delle forze politiche per fare chiarezza sul destino del personale impiegato nei mesi di emergenza Covid. È infatti di pochi giorni fa la delibera dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania con la quale da un lato si proroga il contratto al 31 dicembre e dall’altro si stabilisce la riduzione del servizio per il personale tecnico-amministrativo impiegato nel corso della pandemia. Una storia che doveva andare diversamente secondo quelli che erano stati gli annunci dell’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza in campagna elettorale».
In merito, infatti, De Luca ricorda alcuni passaggi del convegno “Il diritto alla salute dei siciliani”, che si è svolto a dieci giorni dal voto, ma anche alcuni atti antecedenti. «Ricordiamo – prosegue – la nota del 21 settembre con la quale proprio Razza chiedeva alle aziende sanitarie di procedere all’attività ricognitiva per propedeutica alle procedure di stabilizzazione. Una nota già contraddittoria di suo perché lo stesso Razza evidenzia l’imprescindibile autonomia di ciascuna azienda nella gestione del personale. Eppure Razza sceglie di emettere una nota che, come avevamo denunciato, aveva il sapore della mera propaganda elettorale. A confermare il grande bluff oggi è la stessa azienda sanitaria di Catania che non solo non procede alla stabilizzazione ma sceglie di dimezzare il servizio tagliando le ore di lavoro da 30 a 12 alla settimana fino al 31/12».
Sempre sulla questione, poi, l’ex primo cittadino di Messina sottolinea: «oltre al danno la beffa per tutti gli operatori esclusi dal bando di selezione del personale indetto dall’Asp di Catania ad aprile che non ha tenuto in considerazione punteggi aggiuntivi o titoli preferenziali per quanti in fase emergenziale avevano operato in situazione di estrema difficoltà. Ci auguriamo, a tal proposito, di non ritrovare tra coloro che hanno superato le selezioni volti noti o nomi altisonanti collegati a politica del centrodestra o notabili alle dipendenze delle Asp. Al contempo – chiosa Cateno De Luca – chiediamo a Musumeci un atto di responsabilità nei confronti di un’intera categoria illusa e oggi delusa da promesse elettorali. Le cambiali, lo avevano detto in tempi non sospetti, vanno onorate e non è pensabile giocare con il destino delle persone per i propri fini propagandistici».
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