CPME MAI GLI SCANDALI PER LE TANGENTI SCOPPIANO IN QUASI TUTTA L’ITALIA TRANNE CHE IN SICILIA? INDOVINA INDOVINELLO…
dall’ex Sindaco di Racalmuto
Salvatore Petrotto
riceviamo e volentieri pubblichiamo
A proposito del servizio pubblicato dalla redazione di LinkSicilia dal titolo: “Corruzione: Expo a Milano e Mose a Venezia. E in Sicilia? Isola felice ” preciso che, proprio in materia di gestione di acqua e rifiuti, il sottoscritto, già a febbraio 2011, denunciava alla Procura della Repubblica di Agrigento grosso modo le stesse illegalità riscontrate dalle Procure di Milano e Venezia a proposito di EXPO e MOSE.
La tecnica è sempre la stessa, quella cioè di privilegiare la logica della finta emergenza per non celebrare gare d’appalto ed affidare miliardi di lavori e servizi senza indire gare d’appalto e, a quel punto, giù mazzette, tangenti a go go, con costi che si quadruplicano, a danno dei cittadini.
In Sicilia, per esempio, da qualche decennio non si fanno più gare nel settore dei rifiuti. I servizi (sarebbe meglio chiamarli disservizi!) di raccolta e smaltimento dell’immondizia, com’è risaputo, sono garantiti sempre dalle stesse ditte, a costi che sono i più cari d’Italia. Gli importi degli sperperi e delle ruberie ammontano ad alcuni miliardi di euro e sono pagati dai Comuni.
Comuni quasi tutti quanti ridotti al fallimento, mentre ai cittadini ed alle imprese vengono imposte, con tanto di ufficiale giudiziario dietro la porta, pronto a pignorare tutto, tariffe per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti che nella migliore delle ipotesi ammontano al triplo della media nazionale.
Tali scandalose violazioni di legge sono state denunciate, da anni, dall’Autorità Nazionale di Vigilanza sui contratti pubblici, dall’Autorità Nazionale Antitrust, dalla Corte dei Conti siciliana, dalla Commissione Bicamerale Parlamentare Nazionale che ha indagato sullo scandalo rifiuti in Sicilia.
“Quello siciliano – ha concluso nel 2010 la Commissione Parlamentare presieduta da Gaetano Pecorella – E’ UN CASO UNICO DI DISFUNZIONE BEN ORGANIZZATA”.
Ovviamente di tale ‘disfunzione’ è interamente responsabile la Regione Sicilia, a partire dai Governi Cuffaro, Lombardo ed adesso dal Governo Crocetta.
Niente più gare d’appalto, niente raccolta differenziata (rimasta in Sicilia inchiodata ad una misera percentuale del 7%), il tutto per assicurare appalti per miliardi di euro sempre alle stesse ditte amiche che si sdebitano, con chi assicura questo sfascio, con posti di lavoro, incarichi e quant’altro è emerso nel profondo Nord; semplicemente scandaloso!
Il tutto per fare arricchire le ditte che ricevono, illegalmente, in proroga, da svariati anni, dei servizi che costano ai cittadini mediamente il triplo ed, in taluni casi anche per sei volte, rispetto alla media nazionale.
Aspettiamo che le Procure siciliane, più volte e da più parti sollecitate, si muovano per far luce su quello che si potrebbe rivelare uno scandalo di gran lunga più eclatante rispetto alle recenti vicende del Lombardo- Veneto, relative all’EXPO ed al MOSE.
Anche in quei casi non sono state celebrate gare d’appalto per miliardi di euro, esattamente come avviene da almeno 7 anni a questa parte con i rifiuti in Sicilia.
Sospettiamo che la maleodorante pentola dell’affaire rifiuti in Sicilia non è stata finora scoperchiata, proprio perché, anche da noi, il livello di compromissione riguarda anche alcuni vertici degli organi di controllo regionale e nazionale, in materia di pubblici servizi. Il tutto con l’interessato avallo, ovviamente, di PD e Forza Italia e principalmente del Nuovo Centro Destra del Ministro dell’Interno, l’agrigentino Angelino Alfano ,che ha il pieno controllo di quelle Forze dell’Ordine che dovrebbero (e forse lo stanno facendo), far luce su queste gestioni scandalose che riguardano non solo i rifiuti, ma anche i servizi idrici.
Basta ricordare, ad esempio che, nell’Agrigentino, a giugno dello scorso anno, l’amministratore delegato di Girgenti Acque, Carmelo Salamone, si dimise, non prima di avere denunciato la società che fino a quel momento aveva gestito.
L’oggetto della sua denuncia è una truffa di 40 milioni di euro, consumata ai danni dei cittadini agrigentini, costretti a pagare personale e servizi inesistenti, a causa di una lunga serie di illegalità commesse, a suo dire, dal socio di maggioranza, l’agrigentino Marco Campione.
Ma questa è soltanto una delle tante denunce che riguardano l’altro scandaloso business siciliano, quello dell’acqua, in cui ci sguazzano, come è noto, un po’ tutti quanti, politici bipartisan, quelli delle larghe intese ed oltre, funzionari pubblici e perché no?, anche qualche esponente delle Forze dell’Ordine che non guasta mai.
Gestori di acqua e rifiuti, controllori e controllati, tutti quanti assieme, appassionatamente.
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