I risultati elettorali, sia per le politiche che per le regionali, hanno aperto la resa dei conti all’interno del Partito Democratico anche in Sicilia. Intanto dal conteggio dei voti è emersa l’elezione all’Assemblea Regionale Siciliana del segretario Anthony Barbagallo, deputato uscente, risultato eletto anche al Parlamento nazionale, sempre con i democratici, nel collegio plurinominale Sicilia 2. Un conflitto che il diretto interessato dovrà risolvere e che aprirà le porte dell’ARS ad Ersilia Saverino o quelle della Camera dei Deputati per Glenda Raiti. Scelta che, comunque, comporterà qualche mal di pancia per l’una o per l’altra. Il momento stimola il confronto. «È giusto – ha detto Barbagallo – che i dirigenti e i militanti del partito facciano le loro valutazioni e non, come qualcuno pensa di fare, a mezzo stampa per colpire o attaccare. Lancio un appello alla responsabilità per fare il dibattito interno agli organismi. Serve anche una nuova fase per rigenerare il partito e guardare ai giovani». Ma di dimissioni, dalla carica di segretario regionale del PD, Barbagallo non vuole sentirne parlare. «Non ravviso – continua – la necessità di dimettermi. Mi assumo la responsabilità politica del risultato insieme a tutto il gruppo dirigente. Sia nella scelta delle primarie che nel metodo da seguire e nell’indicazione della candidata alla presidenza, abbiamo affrontato tutta la fase con l’unanimità degli organismi».
E guardando al responso delle urne precisa. «Per noi – sottolinea – è stata una sconfitta ma non è stato un collasso. Il Partito democratico prende undici seggi e in Aula saremo la prima forza di opposizione. A Catania abbiamo confermato i due seggi nonostante la presenza, con altre forze politiche, di Angelo Villari e Luca Sammartino. Abbiamo raggiunto lo stesso risultato ma con una freschezza di lista». Uno sguardo Barbagallo lo riserva anche all’analisi del voto, nella città etnea, consapevole dell’avvicinarsi delle amministrative e dunque delle elezioni per il sindaco e il Consiglio Comunale. «Abbiamo in città – prosegue – un buono stato di salute. Abbiamo preso lo stesso numero di seggi di liste fortissime, sulla carta, e che si presentano come padroni del consenso come Fratelli d’Italia e Forza Italia. Ci presentiamo, quindi, ai nastri di partenza con le carte in regola e giocheremo la partita fino all’ultimo».
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