Sicilia e-servizi, ipotesi di abuso d’ufficio Crocetta e Ingroia nel registro degli indagati

Il presidente della Regione siciliana Crocetta e l’ex magistrato Antonio Ingroia sono stati iscritti nel registro degli indagati della Procura di Palermo per l’ipotesi di abuso d’ufficio in relazione alla vicenda della società partecipata regionale Sicilia e-servizi, che si occupa dell’informatizzazione dell’amministrazione. L’iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto dopo che il Gip, nei giorni scorsi, aveva respinto la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura.

Il procedimento penale riguarda una serie di assunzioni che sarebbero state effettuate in violazione delle norme che bloccano le immissioni in servizio nella pubblica amministrazione. Lo scorso 9 marzo, il gip Lorenzo Matassa aveva rigettato la richiesta di archiviazione contro ignoti e aveva ordinato alla Procura di indagare sui presunti responsabili, dando loro un nome e cognome in base a un rapporto presentato dalla Guardia di finanza. Oltre a quelle di Crocetta e di Ingroia, che è presidente di Sicilia e-servizi, il Gip si è rifiutato di archiviare le posizioni di Mariano Pisciotta, rappresentante dell’organismo di controllo di Sicilia e-servizi, degli assessori regionali in carica all’epoca dei fatti, nel dicembre 2013, ossia Antonino Bartolotta (Infrastrutture), Ester Bonafede (Lavoro), Dario Cartabellotta (Agricoltura), Nelli Scilabra (Formazione), Michela Stancheris (Turismo) e Patrizia Valenti (Funzione pubblica). L’accusa contro Ingroia muove dal fatto che, da commissario liquidatore, stipulò contratti con 75 dipendenti della Sisev, società privata satellite dell’azienda pubblica: si sarebbe trattato di assunzioni mascherate nella pubblica amministrazione, effettuate in violazione delle regole che prevedono le immissioni in servizio nel pubblico e il blocco in questo settore, disposto per ragioni di spending review. L’operazione fu portata a termine dopo un parere dell’Avvocatura dello Stato, che pero’ secondo la Guardia di Finanza non era vincolante, circa la possibilità di assumere a tempo indeterminato nelle società partecipate, con il cosiddetto “ripopolamento”: mentre sarebbe dovuto valere il divieto anche di fare assunzioni a tempo determinato.

Crocetta e gli assessori votarono la delibera numero 6 del 2014, che recepì il parere dell’Avvocatura e diede il via libera al transito dei 75 ex Sisev in Ses (Sicilia e-servizi). Il costo dei dipendenti, da marzo 2014 a luglio 2015, e’ stato valutato in 2milioni e 257mila e 736 euro. Per questo ‘danno erariale, il governatore, Ingroia, l’avvocato dello Stato Massimo Dell’Aira e i sei assessori sono gia’ stati citati in giudizio dalla Corte dei conti.

A Crocetta sono stati chiesti 265 mila euro, a Ingroia e Dell’Aira 100 mila a testa, agli assessori 50 mila ciascuno. Inoltre l’ipotesi, gia’ formulata dai magistrati contabili, e’ quella di avere arrecato un ingiusto vantaggio, anche patrimoniale, a soggetti che, senza la violazione di legge, non avrebbero ricevuto il denaro. La Procura di Palermo, all’epoca diretta da Francesco Messineo, il 28 luglio scorso, nonostante il rapporto della Finanza, aveva chiesto di archiviare il procedimento senza nemmeno identificare i presunti responsabili, ma trattando il fascicolo come “ignoti”. Il Gip Matassa aveva pero’ obiettato che «non possono dirsi ignoti coloro che sono stati compiutamente identificati dalla polizia giudiziaria, nella nota depositata il 14 aprile 2014».

Redazione

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