Sta scatenando un vespaio di polemiche la conferenza stampa andata in scena stamattina a Roma dagli oppositori interni di Nicki Vendola. Un incontro che ha segnato la definitiva rottura di Sel in due tronconi: da una parte lo stesso Vendola, che si ritrova alleato del Pd di Bersani a propria volta alleato di mario Monti e dellUdc di Casini; dallaltra parte i dissidenti – che non sono pochi – che oggi hanno annunciato che appoggeranno Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia.
Per Vendola e i suoi la botta è fortissima. Ed è probabilmente per questo che, dalla Sicilia, per bocca del segretari regionale di Sel, il vendoliano Erasmo Palazzotto (nella foto a sinistra), arrivano parole al vetriolo: Miniscissione? Si tratta di uno sparuto gruppo di persone che già dalle comunali di Palermo aveva aderito al progetto orlandiano di rottura del centro-sinistra. Da mesi, ormai, queste persone non fanno più parte di Sel, sono invece organiche al partito del sindaco di Palermo. Ed è la terza volta che annunciano alla stampa la loro fuoriuscita. Si tratta di una messa in scena teatrale, costruita con molta scorrettezza da Orlando e Ingroia per nascondere le loro difficoltà a spiegare perché vogliono far vincere il centrodestra.
In realtà, il commento di Palazzotto prova a sminuire un fenomeno che è nazionale. Alla conferenza stampa di stamattina, a Roma, cerano sì i rappresentanti di Sel della Sicilia (dirigenti del Partito di Messina, Siracusa, Trapani e Palermo, più militanti vari), ma erano presenti anche rappresentanti di Sel della Sardegna, della Lombardia, della Campania, del Lazio e via continuando.
I dissidenti rimproverano a Vendola la sudditanza al Pd di Bersani. In pratica, lalleanza, che ormai è sempre più chiara, che vede insieme Bersani, Monti, Casini e Vendola.
In effetti, considerano che il Pd, ormai, è una sorta di brutta copia della Democrazia cristiana, laccordo tra Bersani, Monti e Casini, alla fine, ci può pure stare. Ma a molti iscritti e militanti di Sel lidea di finire con Bersani e, soprattutto, con Monti e Casini non piace affatto.
Da qui la conferenza stampa di stamattina. Dove i dissidenti hanno utilizzato una metafora che non è piaciuta affatto ai vendoliani. I dissidenti hanno detto che Sel è, anzi era un Partito simile a una nave da crociera costruita con lapporto di tutti. Poi, però, questa sorta di Costa Concordia della Sinistra italiana è finita nella mani di uno Schettino politico, il comandante poco fortnato, e forse un po incosciente che ha mandato a picco la nave. (a destra, Antonio Ingroia)
Chi sarebbe lo Schettino? Per i dissidenti si identificherebbe nel cerchio magico che starebbe attorno a Vendola. La metafora non piace a Palazzotto, che attacca a testa bassa: Sel come la Costa Concordia? Riteniamo di cattivo gusto usare in modo strumentale una tragedia che ha colpito decine di famiglie. Se volessimo usare un’altra metafora, potremmo dire che Rivoluzione Civile sia diventata una scialuppa di salvataggio per ceto politico da riciclare. Quindi la bordata a Leoluca Orlando: Orlando – conclude il segretario regionale di Sel – farebbe bene a fare il Sindaco di Palermo e non perdere tempo con giochetti di vecchia politica mentre la città agonizza tra cumuli di immondizia e l’emergenza lavoro.
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