«In una terra complessa come la Sicilia abbiamo aderito e sostenuto la Lega, che pure nel passato aveva avuto parole dure sul sud e sulla nostra Isola, perché crediamo in un Paese unito che abbia come valore imprescindibile il superamento dei punti di contrasto, sale di democrazia e di confronto costruttivo». Comincia così la lettera di 17 dissidenti della Lega, che contestano la gestione del partito a Palermo e in provincia. Da Elio Ficarra (vicecapogruppo a Sala delle Lapidi) ad Anna Zizzo (capogruppo consiliare a Bagheria), i contestatori chiedono «un immediato intervento dei vertici nazionali e del commissario regionale del partito in Sicilia Stefano Candiani».
Una scissione silenziosa, quella maturata dai dissidenti palermitani, che adesso diventa palese. A essere messa sotto attacco è «la gestione unilaterale da parte di alcuni rappresentati del partito a Palermo e in provincia, che rende impossibile e ostacola la crescita del progetto politico fortemente voluto da Matteo Salvini e di una assoluta assenza e forma di dibattito interno». Nello specifico, scrivono ancora i ribelli leghisti, «vogliamo ribadire di non riconoscerci nell’attuale gestione del partito in Sicilia occidentale affidata a Igor Gelarda (responsabile Enti Locali, ndr) e Antonio Triolo (commissario provinciale della Lega, ndr), dei quali disconosciamo le scelte, i metodi e la visione politica».
E la lettera giunge a poca distanza dalle dimissioni di Giovanni Callea, coordinatore della Lega nel capoluogo siciliano. Insomma: la spaccatura che parte dal capoluogo siciliano, all’interno del partito indicato dai sondaggi in testa alle preferenze di chi va a votare, sembra evidente. A MeridioNews Gelarda rimanda al mittente le accuse. «Ho già fatto le mie verifiche – dice – Alcuni dicono di non saperne nulla, altri non hanno neanche letto il documento e altri ancora non sono manco della Lega, come ad esempio Salvatore Mannina (consigliere comunale a Ciminna, ndr). C’è un gruppetto certamente che ce l’ha con noi, perché volevano fare altro nella loro vita. Stiamo provvedendo a rispondere con una nota».
«Sono assolutamente esterrefatto per la nota divulgata da alcuni consiglieri comunali – dice dal canto suo anche Antonio Triolo, commissario provinciale a Palermo della Lega – Una nota con cui viene messo in dubbio l’operato compiuto fino a ora. La nomina dei commissari cittadini della Lega è di competenza del segretario provinciale e sono state operate, come in ogni altra provincia siciliana, dopo adeguato confronto e valutazione. Inoltre, dove esiste una realtà di Lega presente e riconoscibile, sono state anche discusse con gli iscritti del territorio», sostiene. E quel documento diffuso oggi rappresenterebbe in realtà solo la posizione di una piccola parte, a suo dire. «Di coloro cioè che avrebbero voluto probabilmente controllare il partito in modo autoreferenziale e con una gestione quasi familiare. Ma non ci sono riusciti».
«Il documento sottoscritto è peraltro anomalo, a partire dai firmatari, alcuni dei quali hanno aderito alla Lega da pochi giorni o addirittura nemmeno iscritti – torna a dire, sulla stessa scia di Igor Gelarda – Appare chiaro che dietro questo documento pretestuoso c’è un tentativo, che va al di là dei firmatari stessi, da parte di qualcuno di contestare una gestione politica della Lega in Sicilia che non ammette compromessi e non avalla l’autoreferenzialità di alcuni personaggi locali che vorrebbero gestire il partito con le stesse logiche familiari che attribuiscono ad altri. Questi sono obiettivi e comportamenti del tutto contrari alla linea della Lega di Matteo Salvini. Nei prossimi giorni, verificheremo la situazione con il commissario regionale senatore Candiani – conclude Triolo – e non esiteremo a prendere i necessari provvedimenti nei confronti di coloro che hanno veramente firmato e diffuso alla stampa un documento mendace che vuole danneggiare la Lega».
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