Vittorio Sgarbi si dimette da assessore ai Beni culturali ma lascia il nome del suo sostituto: Sebastiano Tusa, tra i più importanti archeologi siciliani e Soprintendente del Mare già col precedente governo Crocetta. «È una scelta condivisa con Miccichè, abbiamo affidato il nome a Musumeci. Non voglio immaginare che ci sia un avvicendamento alle mie spalle, poi lui farà come gli pare», annuncia il critico d’arte a margine della mostra sui pittori fiamminghi inaugurata stamattina a Palermo, nella sala Montalto di Palazzo dei Normanni.
Sgarbi se ne va in aspra polemica con il governatore Musumeci. «Non intendo trattare con un presidente che si iscrive al Movimento 5 stelle, che ritengo degli aborti politici». Oggi a Palermo è prevista la presenza di Roberto Guido Vitale, il banchiere indicato dal critico come colui che è disposto a finanziare la ricostruzione del tempio G di Selinunte, con un investimento da 39 milioni di euro. Il mecenate stamattina però non si è fatto vedere all’incontro con la stampa.
«Musumeci ritiene che le mie capacità e le mie conoscenze non siano utili alla Sicilia – dice Sgarbi – e lo ha dimostrato anche non volendo incontrare l’amico Roberto Vitale. Evidentemente la qualità delle cose per lui è meno importante del contrasto con me. È inutile cercare di colmare una voragine, sono io che sfiducio Musumeci e me ne vado. Ma fino all’ultimo ho cercato di lavorare per la Sicilia e questa mostra lo conferma».
Proprio Sebastiano Tusa, il nome indicato da Sgarbi al vertice dell’assessorato, sta seguendo il progetto preliminare della ricostruzione del tempio G di Selinunte. Suo padre, Vincenzo Tusa, fu per molto tempo direttore del parco archeologico di Selinunte.
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