Circa 890mila euro. È a quanto ammonta il credito della cooperativa sociale Marianella Garçia, che da trent’anni si occupa di servizi sociali nel Catanese. E che adesso ha scritto una lettera aperta al sindaco di Catania, con la quale annuncia la proclamazione dello stato di agitazione. Perché i 42 lavoratori della coop, che hanno un’età media di 35 anni, attendono dieci mesi di stipendi arretrati. «La situazione è assolutamente insostenibile, ormai non ce la facciamo più. Abbiamo alle spalle le nostre famiglie e dobbiamo andare avanti in qualche modo», sospira Luca Messina, psicologo di 38 anni che da quattro lavora nella cooperativa. «Siamo tutte persone altamente qualificate – interviene il presidente Giuseppe Scionti – Non capiamo per quale motivo altre situazioni si risolvano mentre la nostra resta sempre in stallo».
La cooperativa Marianella Garçia gestisce un centro di accoglienza per minori non accompagnati nel quartiere di San Giorgio oltre che dei centri di aggregazione giovanile a Misterbianco, Lineri, Trappeto e Monte Po. «Nella comunità per stranieri abbiamo adesso 12 ragazzi di età compresa tra i 12 e i 17 anni. Tempo fa abbiamo ricevuto la visita a sorpresa di una commissione ministeriale: un’altra comunità è stata chiusa, la nostra ha ricevuto elogi – continua Scionti – Mentre nei centri, che gestiamo in convenzione con i Comuni e tramite gare pubbliche, assistiamo dai 20 ai 40 ragazzi». «Sono tutti giovanissimi ad alto rischio di disagio ed esclusione sociale – precisa Luca Messina – Sono ragazzini di quartieri difficili, che fanno parte di quella fascia di periferia in cui è necessario l’intervento dei Servizi sociali per evitare l’emarginazione».
Secondo la lettera inviata al primo cittadino, per l’accoglienza ai minori migranti il Comune dovrebbe alla cooperativa sociale 564mila euro di fatture non pagate. Ai quali si sommano 221mila euro per l’educazione domiciliare e 105mila euro per l’aggregazione giovanile. Tutti soldi che dovrebbero essere versati dall’amministrazione comunale ma che nelle casse della coop Marianella Garçia non sarebbero mai arrivati. «Abbiamo rinunciato all’idea che le fatture vengano pagate a 60 giorni, come previsto dal contratto, tutti questi mesi però sono intollerabili», denuncia Scionti. «A maggio avevamo ottenuto, assieme ad altre cooperative sociali, un incontro con il sindaco». In quella circostanza Enzo Bianco avrebbe promesso di pagare un paio di mesi di arretrati e di regolarizzare la situazione per il futuro. I due mesi, effettivamente versati, sarebbero serviti solo a regolarizzare la situazione contributiva dei lavoratori. «Ci stiamo aiutando tra di noi – racconta il presidente – Qualche tempo fa abbiamo pagato le bollette della luce di alcuni, per evitare che l’Enel la staccasse».
«Abbiamo sofferto in silenzio, ma quando vediamo che ad altri basta fare la voce grossa per ottenere qualcosa comprendiamo che forse è il caso di lamentarci pubblicamente. Vogliamo solo che vengano rispettati i nostri contratti e i nostri diritti, perché noi non siamo figli di un dio minore», aggiunge Giuseppe Scionti. Tutti i dipendenti della cooperativa (22 persone) e i soci lavoratori (20 in tutto) continuano ad aspettare che vengano saldati i pregressi. O, almeno, di avere risposte da parte della giunta: «Siamo a luglio, abbiamo bisogno di sapere con che spirito andremo in ferie. Stiamo continuando le attività a spese nostre, ma il nostro stato mentale non è dei migliori – conclude – I nostri educatori vanno in casa di famiglie disagiate per risolvere situazioni anche di gravi tensioni, come fanno se non sono sereni?». «Sentiamo addosso il peso di questi ritardi – spiega lo psicologo Luca Messina – La cooperativa esiste da trent’anni, è radicata nel territorio e conosciuta dai cittadini. Lavoriamo in collaborazione con il personale dei Servizi sociali, ma ormai una protesta così eclatante era necessaria».
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