Servizi digitali, il Comune ha una sola pec per gli utenti Opposizione: «Inammissibile». Uffici: «Ormai è superata»

Nell’epoca in cui la digitalizzazione è destinata a prendere definitivamente il sopravvento nella vita quotidiana, introdotta con l’obiettivo di semplificare i processi della pubblica amministrazione, negli uffici di palazzo degli Elefanti il dibattito sui processi informatici si concentra sulla mancanza di sufficienti indirizzi di posta elettronica certificata. Il Comune di Catania possiede un solo indirizzo di questo tipo con cui gli utenti – cittadini o professionisti – possono dialogare con l’ente e inviare i propri documenti che, al momento dell’inoltro, assumono valore legale. A gestire l’indirizzo di posta certificata comune.catania@pec.it è l‘ufficio Protocollo generale, lo stesso che poi ha il compito di smistare le varie mail agli uffici destinatari. Quella di un’unica casella di posta elettronica gestita da un solo ufficio, in un primo momento, appare singolare, soprattutto se si considera la campagna di pubblicizzazione dei servizi digitali degli ultimi anni e che, a guardare i siti degli altri capoluoghi di provincia dell’Isola, ogni ramo dell’amministrazione possiede un indirizzo pec.

Adesso, a sollevare la questione sono stati Graziano Bonaccorsi, Valeria Diana, Enzo Bianco, Giuseppe Gelsomino e Salvo Di Salvo. I consiglieri comunali hanno fatto notare il persistere della criticità, rinnovando la richiesta con un comunicato congiunto, dopo che, due anni fa, la maggioranza del senato cittadino si era espressa favorevolmente verso l’implementazione degli indirizzi di posta elettronica certificata da dedicare agli uffici di Direzione come di Polizia municipale, Avvocatura comunale, Anagrafe e Urbanistica. «Dopo due anni non è cambiato nulla – afferma a MeridioNews il consigliere del M5s Graziano Bonaccorsi – Non è pensabile che un Comune come Catania abbia una sola pec: oltretutto il presidente del Consiglio comunale non ha tenuto conto del voto espresso dall’aula. Questo, oltre a rappresentare un disagio per gli utenti, rischia di rendere più complicato il lavoro per i dipendenti del Protocollo, che devono occuparsi di smistarle. Consideriamo pure che il numero del personale non è elevato – aggiunge – Questi passaggi, quindi, rischiano di tenere occupati dipendenti, quando invece la posta certificata potrebbe arrivare direttamente alla Direzione di competenza. Senza contare pure che molte mail possono andare perdute: si tratta di documenti importanti, con le conseguenze che questo potrebbe generare».

A fare eco a Bonaccorsi è il consigliere Salvo Di Salvo, che ha sollevato il problema in quanto presidente della commissione Personale. «Abbiamo deciso di portate all’attenzione degli uffici interessati questo problema – osserva il consigliere del gruppo Grande Catania – Ho fissato per il prossimo martedì un incontro in commissione con le figure interessate». A essere chiamato in causa dai consiglieri è l’ufficio Sistemi informatici del Comune. A dirigere il servizio a palazzo degli Elefanti è Maurizio Consoli, che difende la scelta intrapresa di adottare una sola casella di posta certificata. «Avere più pec non necessariamente è più agevole, spesso il moltiplicarsi di indirizzi genera ancora più confusione – afferma Consoli a questo giornale – Spesso ci sono errori nell’invio delle pec o nella scelta dei destinatari, oppure le stesse possono contenere virus o spam». Per Consoli l’indirizzo di posta elettronica certificata «è ormai desueto – precisa – dato che siamo in possesso dell’identità digitale che permette a ogni utente di poter accedere nelle piattaforme con le proprie generalità e, allo stesso tempo essere a conoscenza dell’identità del funzionario che disbriga le pratiche».

Il dirigente fa riferimento a Catania Semplice, soluzione attuata dal Comune da settembre 2020. Si tratta di una piattaforma interna al sito internet del Comune in cui gli utenti possono accedere attraverso lo Spid dopo aver effettuato una registrazione. I servizi vengono svolti dai cittadini anche tramite le organizzazioni che si occupano di assistenza – Caf, Patronati, agenzie pompe funebri – dove l’utenza, oltre a interloquire con i vari settori, può richiedere anche i certificati o compilare i documenti da inviare agli uffici interessati, il cambio di residenza; la dichiarazione di domicilio temporaneo; la dichiarazione di convivenze di fatto; la richiesta di matrimonio; la dichiarazione di morte. «All’interno della piattaforma sono censiti oltre 100 procedimenti – prosegue Consoli – Già siamo arrivati a 48mila istanze. Grazie a Catania Semplice Il Comune di Catania è risalita nei primi 49 Comuni informatizzati sui 7.900 esistenti – aggiunge – Il Comune è stato classificato da AgID fra le 27 amministrazioni Pubbliche dotate di un Centro elaborazione dati di gruppo A». Davanti all’iniziativa promossa e rivendicata dal dirigente, c’è però da prendere in considerazione il fatto che diversi cittadini sono ancora fermi al semplice indirizzo mail e non sono in possesso nemmeno di una pec. Inoltre, da quando indicano i consiglieri, in tanti, professionisti compresi, non sarebbero a conoscenza del portale Catania Semplice. «Le aziende o gli avvocati, spesso, inviano i documenti sull’indirizzo di posta certificata», fa notare il consigliere Bonaccorsi. Ma Consoli non è della stessa opinione. «L’iniziativa è pubblicizzata – replica – Noi stiamo in tutti i modi cercando di facilitare l’accesso con l’identità digitale ai cittadini. Il Comune è autenticato come punto per il rilascio dello Spid proprio per facilitare le operazioni degli utenti».

Carmelo Lombardo

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