Sequestrati beni per un valore complessivo di oltre
500mila euro a Santo Strano, 54enne ritenuto esponente di vertice del clan Cappello, attualmente detenuto in regime di massima sicurezza. Il decreto è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale su richiesta della Dda etnea. Tra i beni sequestrati ci sono un appartamento e un’impresa individuale di commercio al dettaglio di caffè torrefatto a Catania, intestati alla moglie. Oltre a rapporti bancari, nove orologi e due bracciali con brillanti.
Il provvedimento è scattato dopo le testimonianze di
alcuni collaboratori di giustizia, che hanno riferito come Strano negli anni abbia ricoperto il ruolo non solo come responsabile del clan, operante in via della Concordia a Catania, ma avrebbe anche da tramite con il gruppo operante nei territori di Catenanuova, Centuripe e Regalbuto, sia con il capo del clan Salvatore Cappello. Secondo l’accusa, con quest’ultimo Strano si rapportava quando dovevano essere assunte decisioni nel nome e nell’interesse del clan.
Oltre a queste attività, sempre secondo le testimonianze, Strano deliberava la strategia operativa,
l’approvvigionamento di droga e le modalità di recupero illegale di ingenti crediti. Come ricostruito dalla procura, Strano ha vissuto, alla fine degli anni Ottanta e nei primi anni Novanta, dei proventi illeciti dei reati contro il patrimonio, furti ed estorsioni in concorso», reati per cui ha avuto una condanna definitiva.
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