Circa 7.500 metri cubi che corrispondono a cinquemila tonnellate di rifiuti plastici sotterrati in quella che è stata definita dal procuratore di Caltagirone Giuseppe Verzera una vera e propria «discarica abusiva», al centro delle aree verdi degli impianti di proprietà della Ato Kalat ambiente. Una quantità spaventosa di materiale di scarto occultata alla vista, proveniente dalla lavorazione del rifiuto organico, che potrebbe anche essere inquinante in seguito all’azione degli agenti atmosferici. Ad aver fatto scattare il campanello d’allarme è stato il ritrovamento di parte dei materiali durante i lavori di pulizia del terreno dalla vegetazione, effettuata ogni anno per evitare gli incendi.
Il consorzio proprietario dell’area, al quale aderiscono 15 Comuni del Calatino, è presieduto dall’ingegnere Salvatore Cocina che, insieme al collega Antonino Romano – amministratore unico della controllata che gestisce l’impianto, la Kalat impianti srl – è andato a vedere con i suoi occhi la situazione all’interno della struttura. «Abbiamo trovato un’enorme quantità di materiale, in prevalenza plastica, barattoli di yogurt, contenitori di ogni dimensione – dichiara Cocina a MeridioNews – Quando viene fatta la differenziata, l’umido viene trasportato per fare compost e le plastiche vengono poi scartate e dovrebbero essere mandate a rifiuto. Però, in questo caso, erano sottoterra».
Una volta verificata la presenza della spazzatura, l’ingegnere Romano, stando a quanto racconta Cocina, avrebbe fatto «una segnalazione al corpo forestale, che ha accertato che si trattasse di veri e propri rifiuti. Io poi in qualità di proprietario dell’impianto – continua l’ingegnere – ho presentato una formale denuncia contro ignoti alla procura della Repubblica di Caltagirone». Il tutto a partire dal 14 giugno scorso, data del ritrovamento. Notizia che i vertici delle due aziende non avrebbero voluto divulgare per «non influenzare in alcun modo il concomitante periodo elettorale, pur tenendo informati i sindaci del Consiglio di amministrazione e quelli del controllo analogo e i vertici della Regione».
Difficile da accertare il periodo in cui sarebbero stati di fatto seppelliti i sacchi che però, da una prima analisi, sembrerebbero abbastanza datati. «Non si riesce ancora ad appurare la data, ma stiamo parlando di rifiuti che erano interrati da anni – continua Cocina – e che si trovano nelle aree verdi esterne al capannone». Kalat Impianti srl è gestore in house providing del centro integrato impianti che – com’è possibile leggere sul sito ufficiale – è un’area di 70mila metri quadri in contrada Poggiarelli, nella zona industriale di Caltagirone. Proprio lì si trovano un impianto di compostaggio e uno di trattamento, selezione e valorizzazione della frazione secca. Entrambe le strutture sono di proprietà pubblica dell’ente di governo dell’Ambito, Kalat Ambiente. Prima presieduto dall’ingegnere Walter Ventura e prima ancora da Vittorio Digeronimo, arrestato e oggi imputato in un processo per traffico e smaltimento illecito di rifiuti, truffa e frode in pubbliche forniture proprio durante la sua gestione del consorzio.
«Cominceremo a pensare sicuramente a un progetto di bonifica autorizzato dall’autorità giudiziaria – conclude Salvatore Cocina – e stiamo anche valutando con i legali come procedere. Quel che è certo è che nel procedimento penale contro ignoti ci costituiremo parte civile. Noi ci riteniamo parte lesa, il danno economico che abbiamo stimato è di circa 800mila euro a carico dei 15 Comuni che compongono Kalat Ambiente srr».
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