Gli acquascivoli, le piscine, il miniclub e pure la discoteca notturna. Senza contare cabine, sdraio e ombrelloni. Tutto, secondo gli investigatori, senza alcuna autorizzazione. I guai per il lido Maeva beach di viale Kennedy, alla Playa di Catania, non sono finiti con l’incendio che ne ha distrutto la metà. All’alba di oggi gli uomini della guardia costiera di Catania sono andati a metterci i sigilli: i 19mila metri quadrati sono stati sequestrati.
Un controllo dopo l’altro – a partire dall’inizio della stagione balneare, a maggio – è emerso che la storica struttura, situata in area demaniale marittima ricadente nell’ambito dell’Autorità portuale, era stata affidata dal 2015 a un curatore giudiziario. Il professionista, però, nel tempo aveva ceduto a una società la gestione di un ramo d’azienda. Ma senza che venisse loro rilasciata la concessione demaniale marittima. Tutte le persone coinvolte sono state denunciate all’autorità giudiziaria. L’ente portuale, inoltre, vanterebbe un credito dal Maeva beach di circa 70mila euro.
Sempre stamattina, il personale della capitaneria di Porto si è spostato nella zona di Cannizzaro, frazione del Comune di Aci Castello. Lì a finire nel mirino delle forze dell’ordine è stato lo Zeus hotel, accusato di essersi appropriato abusivamente di una parte di scogliera, dove si stava realizzando una passerella a mare senza autorizzazione. «Alterando così le bellezze dei luoghi», si legge nel comunicato diffuso alla stampa. Anche in questo caso, i titolari della struttura sono stati segnalati all’autorità giudiziaria, che ha convalidato il sequestro dell’area a mare.
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