Soldi di usura ed estorsioni investiti per aprire una pizzeria d’asporto e un chiosco. Attività ben avviate che però sono finite sotto sequestro dopo le indagini della divisione anticrimine della polizia di Catania. I beni, secondo gli investigatori, sono riconducibili al sorvegliato speciale Carmelo Scuderi, attualmente ristretto agli arresti domiciliari. L’uomo conosciuto con il diminutivo di Melu di Mascalucia è stato arrestato nel febbraio 2014 durante l’operazione Money lender. L’inchiesta sgominò un presunto ingente giro di usura ed estorsioni con a capo, secondo gli uomini delle fiamme gialle, la famiglia dei Bosco, imprenditori attivi nel settore della gastronomia e dei supermercati.
A finire sotto la lente d’ingrandimento degli agenti è stata la
crescita delle capacità patrimoniali di Scuderi. Che 2008 al 2014 avrebbe accumulato una quantità di beni non giustificabile rispetto a quanto formalmente dichiarato al fisco. Sono così scattati i sigilli per due autovetture – una Smart e una Mini Cooper Countryman -, una motocicletta di grossa cilindrata, un terreno edificabile di un ettaro nel territorio del Comune di Mascalucia, due imprese individuali oltre a diversi conti correnti bancari e postali. Il valore complessivo dei beni sottoposti a sequestro ammonta a circa un milione di euro.
«Le attività erano davvero ben avviate – spiega il commissario Ferdinando Buceri -. Scuderi aveva contatti con diversi clan mafiosi catanesi». Un
imprenditore ritenuto trasversale che aveva investito i soldi nel chiosco Cristiano di Mascalucia, con all’interno un centro scommesse, e nella pizzeria d’asporto Chiamami pizza. Attività quest’ultima che si trova in via Umberto a San Gregorio di Catania. «Si tratta della chiusura del cerchio – continua Buceri – di un’attività investigativa iniziata nel 2014 proprio con l’arresto dello stesso Scuderi».
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