«Un imponente indotto commerciale», al quale non sempre si riesce a fare fronte con la produzione locale. Il miele di Zafferana Etnea è tanto pregiato quanto difficile da riconoscere e produrre. Lo sanno bene i carabinieri dei Nas di Catania che nei giorni scorsi hanno realizzato una serie di controlli nelle aziende apistiche del territorio etneo. Il risultato non è stato felice: decine di tonnellate di miele semilavorato sono state sequestrate. Non era stata dimostrata l’origine e la provenienza del prodotto, in violazione della procedura di rintracciabilità commerciale.
I militari hanno deciso di controllare «i prodotti per i quali annualmente vengono sostenute, spesso con il patrocinio degli enti locali, intere campagne promozionali che attirano considerevoli flussi turistici di provenienza perfino interregionale». Il miele è uno di questi. Solo che «talvolta – scrivono i Nas in una nota – alcuni operatori del settore poco coscienziosi e professionali, anche per ovviare alle carenze produttive, decidono di rifornirsi di partite di miele di diversa provenienza, anche estera e non certificata».
L’intero quantitativo di miele non tracciabile sequestrato alle pendici dell’Etna è stato sottoposto a vincolo sanitario con la collaborazione del personale medico del distretto veterinario dell’Asp di Catania. Alcuni campioni sono stati prelevati per essere sottoposti ad analisi chimiche per accertare la conformità e salubrità del prodotto.
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