Sequestrate strutture abusive alla Valle dei Templi Indagato per abuso edilizio titolare del punto ristoro

Non era stata concessa alcuna autorizzazione dalla Soprintendenza per i beni archeologici né dall’ente parco per le opere realizzate dopo la struttura originaria Case Valenti della Valle dei Templi. Per questo, i carabinieri del nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Palermo insieme ai militari della compagnia di Agrigento hanno eseguito il sequestro preventivo. Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Agrigento, su richiesta della procura, a seguito degli approfondimenti che hanno seguito le attività d’indagine svolte nel mese di ottobre del 2019.

Nel corso dei controlli effettuati su un punto di ristoro all’interno del parco della Valle dei Templi, sono state riscontrate violazioni delle normative igienico-sanitarie e del codice dei beni culturali e del paesaggio, con la chiusura di alcune parti adibite a laboratorio e di due depositi per alimenti realizzati abusivamente e in ambienti non autorizzati. 

Le opere abusive sequestrate sono un accesso alla struttura principale costituito da un percorso realizzato in calcestruzzo; un’ampia pedana in legno e in ferro; due gazebi con pilastri e travi in ferro e un pergolato con un bancone; un terzo gazebo della stessa tipologia ubicato tra la pedana e la via sacra dei templi; due locali chiusi, realizzati sulla pedana, adibiti a deposito; un patio in legno con dentro un quadro elettrico; una parete di legno costruita sulla pedana; un ambiente chiuso con dentro dei frigoriferi, un lavabo e altri arredi, ricavato attraverso la chiusura con una parete di legno del terrazzino di Casa Valenti (con una chiusura che costituisce un incremento di volumetria); una cisterna; uno scivolo per disabili per l’accesso ai servizi igienici.

Il provvedimento di sequestro preventivo attesta il concreto pericolo che «la libera disponibilità di quanto sopra indicato possa aggravare o protrarre le conseguenze dei reati ipotizzati, in quanto vi è il rischio che l’uso delle aggravi la lesione dei beni giuridici protetti», così scrive il gip del tribunale di Agrigento nella motivazione del decreto eseguito dai carabinieri. Allo stato attuale, è indagato il legale rappresentante della società che gestisce il punto di ristoro, a cui vengono contestati i reati di abusivismo edilizio, opere illecite, uso illecito e opere eseguite in assenza di autorizzazione o in difformità di essa.

«Se qualcuno pensava di spostare le lancette indietro di qualche decennio, quando le opere abusive passavano inosservate, si è sbagliato di grosso – dichiara l’assessore ai Beni culturali Alberto Samonà – Ringraziamo il Nucleo per la Tutela del patrimonio culturale e tutta l’Arma dei carabinieri per l’incessante azione di contrasto dell’illegalità e dell’abusivismo».

Redazione

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