In questo periodo sono tante le iniziative a favore dei senzatetto, una grande generosità collettiva ma «per noi Natale è tutto l’anno. Questi poveri fratelli non muoiono di fame, ma di solitudine, e la vera emergenza comincia da gennaio. Per questo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per non lasciarli soli». A lanciare un appello è Ferdinando Milella, il vicepresidente della onlus Gli angeli della notte di Palermo, associazione nata cinque anni fa con il desiderio di aiutare le persone più bisognose seguendo la strada della solidarietà. I soci, all’incirca una quarantina, due volte alla settimana (lunedì e martedì) si dividono in due gruppi per distribuire la sera viveri caldi ma soprattutto vestiti e coperte ai meno fortunati. Durante l’inverno, infatti, la principale minaccia per chi non ha un tetto sotto cui ripararsi è il freddo. E in città il loro numero è in crescita, almeno 80-100 persone che spesso vivono in condizioni disperate.
«In questi cinque anni – racconta Milella a MeridioNews – il numero dei senzatetto è più che raddoppiato. Io ne ricordo inizialmente una trentina e, comunque, si trattava per lo più di persone che avevano fatto una scelta di vita. Ora, invece, si trovano in strada per necessità». Nella maggior parte dei casi non si tratta di clochard ma di nuclei familiari messi in ginocchio dalla crisi e rimasti senza una casa. «La notte incontriamo famiglie che dormono nelle auto con figli o, peggio ancora, sotto le pensiline dell’autobus, come nel caso di una donna che ha con sé quattro bambini. Molti di loro hanno anche un lavoro ma non posso permettersi un posto dove vivere». Durante le festività natalizie tutti organizzano cene ed eventi per aiutare i senzatetto ma poi, a gennaio, rimangono soli. «Riuscire a decongestionare il natale e spalmarlo su tutto l’invero sarebbe un grande risultato». Secondo Milella, quindi, sarebbe molto più utile diluire queste risorse soprattutto nei mesi più freddi.
Le associazioni impegnate ad aiutare i senzatetto sono almeno una quindicina in città e da tempo operano in maniera coordinata tra loro evitando sovrapposizioni. In questo modo ogni giorno c’è almeno un gruppo ma quello che veramente manca, secondo Milella, è «una cabina di regia». «C’è un problema strutturale – afferma – la città è carente sotto il profilo dei servizi idonei. Mancano mense e dormitori e l’amministrazione annaspa senza un progetto su cui far convergere tutte le associazioni che contano un migliaio di volontari dal cuore d’oro. Così assistiamo ad azioni random, soprattutto nei giorni di festa. Poi appena la temperatura scende sotto i 5 gradi rischiamo di trovare i cadaveri per strada come è già successo».
Per Milella servirebbe un tavolo di coordinamento da parte della l’amministrazione e anche locali da utilizzare come dormitori. «Si potrebbero utilizzare i beni sequestrati alla mafia o abbandonati – prosegue -. L’anno scorso il coordinamento ha presentato un progetto per monitorare l’emergenza freddo ma poi non se n’è fatto più nulla». Le associazioni avevano chiesto coperte termiche e i locali per una mensa. «C’è quella della Caritas ma non basta, manca un’azione corale, ognuno cammina con un percorso che poi singolarmente risulta debole ma se fosse fatto in un’ottica globale sarebbe vincente».
Anche gli Angeli della notte la sera del 21 dicembre hanno organizzato una cena di Natale, quest’anno in struttura scolastica gestita dalle suore in via Cipolla. Una serata per dare calore a queste persone ma anche per regalare indumenti intimi, cappellini e sciarpe. «In quella occasione abbiamo donato cibo a un centinaio di persone ma ne abbiamo raccolto una quantità sufficiente per almeno il triplo – racconta – tanta generosità è meravigliosa ma sarebbe meglio averne un po’ di meno ma durante tutto l’anno». Al momento, tuttavia, l’emergenza principale rimane il freddo e Milella lancia un appello: «In questo momento servono coperte e indumenti intimi, soprattutto maschili, perché gli uomini sono almeno il doppio delle donne». E, infine, altri volontari per superare l’emergenza dei prossimi due mesi: «I volontari sono essenziali – spiega – sono i primi a instaurare un rapporto d’amicizia e fiducia che si costruisce solo nel tempo. Questi poveri fratelli hanno bisogno di cure essenziali ma anche di un sostegno psicologico. Perché – conclude – queste persone non muoiono di fame ma di solitudine e hanno bisogno di tutto il nostro aiuto».
Qui il link alla pagina Facebook dell’associazione e la mail per chiunque volesse contribuire (namilella@gmail.com).
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