Senzatetto, con pioggia e freddo torna l’emergenza  «Servono scelte istituzionali, non soluzioni-tampone»

Tornano pioggia e freddo e i volontari che si occupano di clochard e senzatetto si sono fatti trovare pronti. Distribuiti pasti caldi, coperte maglioni. L’emergenza povertà non sembra arrestarsi, ogni anno miete nuove vittime che si ritrovano a improvvisare un giaciglio per la notte in mezzo alla strada. Ecco che una fermata dell’autobus, spesso vandalizzata, diventa la casa di un giovane nigeriano di 23 anni. Un volto nuovo per chi di notte si divide in squadre per coprire al meglio il territorio, per dare assistenza al maggior numero di persone possibile. 

Gli Angeli della Notte sono tornati a fare le ronde per strada e sotto la pioggia due sere fa hanno preparato i sacchetti da distribuire a chi ha bisogno. «Abbiamo fatto la preparazione sotto il temporale – racconta Lina Trimarchi, capogruppo della squadra Cairoli degli Angeli della Notte  – ma i ragazzi hanno trovato subito una soluzione, sotto un bel balcone e due automobili che si sono trasformate in ottimi tavoli d’appoggio. Noi stiamo fuori solo un paio d’ore, ma i fratelli la strada la vivono e per noi ieri sera, è stato come sentirci ancora di più vicini a loro. Ogni goccia di pioggia che è scesa su di noi, è stata una preghiera, affinché non ci siano più fratelli e sorelle costretti a vivere all’addiaccio». Quella notte la squadra Cairoli dell’associazione ha servito più di 60 persone. «La situazione inizia a preoccupare tutti noi – racconta ancora – il freddo sta arrivando e ieri sera, oltre la pioggia, c’erano tredici gradi». 

Poi l’incontro con il giovane nigeriano. «Dietro una segnalazione, siamo andati in via Oreto, alla fermata degli autobus, abbiamo trovato un ragazzo del Niger di appena 23 anni: ci accoglie con dolcezza e si lascia aiutare da noi. Parla francese, l’italiano non molto anche se un pochino lo capisce». La volontaria racconta di aver chiamato fra Loris D’Alessandro «che parla benissimo il francese, lui è corso in nostro aiuto e insieme siamo riusciti a portarlo al dormitorio». Il giovane ha trasformato quella fermata dell’autobus in un luogo accogliente, ha messo delle piantine di ciclamini, come se quello fosse il davanzale di una finestra. «Le terrò io fin quando non si sarà trovata una soluzione per lui e potrà riprenderle», dice Lina che aggiunge: «Ci ha colpito, abbiamo cercato di immaginare come doveva essere la sua casa, cosa abbia provato nel doverla lasciare, il mare lo ha portato qui, in questa terra di Sicilia». 

Il ragazzo non conosce la data esatta della sua nascita e non ha detto nulla in merito alla sua famiglia. Da lunedì però non vive più in strada. Ora è seguito da chi opera nel dormitorio, nella zona del porto, «persone che davvero hanno incarnato l’amore, ma il Comune non fa nulla per renderlo più dignitoso», afferma la volontaria. Un elemento questo confermato anche dallo stesso religioso: «Il Comune dovrebbe attivarsi nel permettere a chi lo gestisce di farlo in maniera dignitosa – afferma fra D’Alessandro – fornendo per esempio una struttura adeguata». Attualmente accoglie 35 persone che possono usufruire di una sola doccia.

«Ogni anno le condizioni di povertà vanno via via peggiorando – racconta Giuseppe Li Vigni vicepresidente degli Angeli della Notte – anche quest’anno, come il precedente, ci stiamo preparando a fronteggiare l’emergenza freddo ma non si può continuare con le soluzioni-tampone. Oltre ai singoli individui costretti a vivere in queste condizioni il fenomeno riguarda sempre di più intere famiglie che bussano alla nostra porta per ricevere aiuto. Le risposte che provengono dalle istituzioni sono ancora insufficienti. Bisogna mettere in campo progetti sociali per togliere queste persone dalla strada». 

Abbiamo provato a contattare l’assessore Mattina per una replica ma non è stato possibile raggiungerlo. 

Stefania Brusca

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