Ha lasciato il porto di Lampedusa la nave Sea Watch 3 dell’ong tedesca. L’imbarcazione è stata sequestrata nei giorni scorsi dopo lo sbarco di 40 migranti, seguito alla decisione della comandante Carola Rackete di non rispettare il divieto di ingresso nel porto imposto dal governo italiano. Una scelta che Rackete ha giustificato con lo stato di necessità, ma che ha portato all’arresto della giovane, che nelle prossime ore attende il pronunciamento del gip in merito alla richiesta della convalida del fermo proposta dalla procura di Agrigento.
A Licata la Sea Watch sarà ancorata nel porto e lì verranno effettuati nuovi accertamenti da parte della guardia di finanza, che indaga su incarico dei pm agrigentini. I fatti della scorsa settimana hanno riacceso la polemica sulle attività dell’organizzazioni non governative nel Mediterraneo. Secondo il ministro degli Interni Matteo Salvini, le navi agirebbero in combutta con i trafficanti. Ipotesi che anche stamattina è stata smentita dal procuratore capo Luigi Patronaggio, durante l’audizione alla Camera. «Non ci sono elementi che provino una collusione», ha detto il magistrato, spiegando che il fatto che le ong possano ricevere telefonate d’aiuto da parte di parenti dei migranti che viaggiano sulla nave non ha rilievo penale.
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