La Regione sta attivando una piattaforma digitale di e-learning per consentire la continuità didattica. Ad annunciarlo a Meridionews è l’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione, Roberto Lagalla, secondo cui la piattaforma online potrebbe essere operativa già lunedì.
Nel caos delle chat whatsapp per le comunicazioni tra le scuole e i genitori, tra i disagi delle famiglie che cercano di districarsi tra lavoro, babysitter e nonni per gestire i bambini rimasti a casa, da lunedì alcune delle attività didattiche potrebbero ripartire sulla piattaforma digitale, per consentire agli studenti di non restare indietro rispetto al programma scolastico, data la chiusura delle scuole per contenere i contagi da coronavirus.
La piattaforma sarà messa a disposizione di studenti e insegnanti in una settimana in cui il prevedibile aumento dei contagi potrebbe comportare un eventuale prolungamento della chiusura delle scuole. Si tratta di una decisione, quella dell’eventuale prolungamento delle chiusure, al vaglio della presidenza del Consiglio dei Ministri, su cui la Regione prova a fare la sua parte nel tentativo di limitare i danni.
Intanto non c’è chiarezza anche sulle strutture che offrono servizi paradidattici. Dalle ludoteche che accolgono bambini in età prescolare la mattina, ma che non sono giuridicamente asili nido o scuole per l’infanzia, fino agli istituti che offrono lezioni individuali o a piccoli gruppi di informatica o lingue straniere. Lì non c’è al momento una linea comune, alcuni enti, in ottemperanza al decreto del 4 marzo, hanno chiuso le attività al pubblico, altri invece le hanno mantenute aperte.
«Il nostro assessorato – precisa Lagalla – agisce come braccio dell’autorità delegata per l’emergenza, cioè il presidente della Regione, che sta vigilando sulle strutture di propria competenza. Dalle scuole materne pubbliche e paritarie agli istituti scolastici di ogni ordine e grado, fino alle Università e gli enti di formazione. Tutte queste istituzioni vigilate stanno adottando le misure di sospensione indicate nel decreto dello scorso 4 marzo».
«Per quanto riguarda le ludoteche – aggiunge ancora Lagalla – l’attività di controllo spetta all’ente territoriale, dunque ai Comuni. O all’assessorato regionale alla Famiglia, ma soltanto nei casi in cui percepiscano dei sussidi. Ci sono poi quegli enti che svolgono attività paradidattiche: sono istituti non specificamente compresi del decreto e non sottoposti a vigilanza regionale. È parzialmente lasciato alla loro discrezionalità, anche se non credo raggruppino un numero particolarmente alto di corsisti. In ogni caso – conclude – torniamo ad appellarci al senso di responsabilità dei singoli».
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