Scuola S. Giuffrida, analisi su presenza di amianto «Si agisce sull’emergenza e non sulla prevenzione»

«Ho sentito cose paradossali, è arrivata pure a Siracusa la notizia che questa scuola è piena di eternit. Perché qui funziona così, si agisce sull’emergenza piuttosto che sulla prevenzione, e temevo che tutto questo sarebbe successo prima o poi». Sono parole amareggiate quelle di Maria Concetta Lazzara, preside dell’istituto Sante Giuffrida di Catania, che questa mattina ha incontrato, insieme a tre rappresentanti del consiglio di istituto, i genitori dei piccoli studenti per discutere del problema amianto, esploso venerdì scorso quando nel parco giochi stati trovati pezzi di presunte fibre nocive provenienti da un’abitazione privata adiacente all’edificio scolastico.

Durante la mattinata – in cui c’è stato anche qualche momento di agitazione tra chi chiedeva se ci fosse un avvocato tra i presenti, chi proponeva di firmare una petizione di gruppo e chi accusava i bidelli di aver rimosso i detriti con le scope – la dirigente scolastica è stata raggiunta dall’ingegnere del Comune Fabio Finocchiaro, responsabile della manutenzione delle scuole comunali, e dall’assessora alla Scuola Valentina Scialfa, che si sono confrontati con i genitori. Stilando una lista di interventi da attuare nel minor tempo possibile.

«Come è stato rimosso il materiale ritrovato? Perché ci sono ancora dei pezzi nel cortile? Come si risolve il problema una volta per tutte?». Sono tante le risposte che i genitori pretendono di ricevere, visto che in quell’ambiente i loro figli trascorrono buona parte della giornata. E non si accontentano delle notizie diffuse dall’ufficio stampa di Palazzo degli elefanti, secondo cui durante il fine settimana è stato tutto risolto – come ha confermato anche l’assessore all’Ecosistema urbano Rosario D’Agata a MeridioNews – ma chiedono documenti ufficiali che testimonino che l’aria è pulita.

«La scuola per ora è insicura e qualcuno deve prendersi le responsabilità», accusano, mentre due mamme si dicono disposte a girare diversi uffici per contribuire alla risoluzione del problema e molti propongono di partecipare economicamente all’acquisto di telecamere per aumentare la sicurezza. «Il fatto che non ci sia un cancello consente l’ingresso di persone non autorizzate – ammette la preside, costretta a fare a turni con la segretaria per scappare a scuola non appena l’allarme suona – E al di là delle istituzioni, che forse sottovalutano il pericolo, manca una coscienza civile», dice. Il riferimento è anche al proprietario dell’edificio accanto alla scuola, che avrebbe ricevuto nel gennaio 2015 la diffida per prendere provvedimenti contro il presunto amianto presente nella sua palazzina.

«Al 99,9 per cento non c’è dispersione nell’aria e quindi pericolo per i bambini – rassicura Finocchiaro – ed entro dieci giorni provvederemo alla rimozione dei pluviali – in accordo con il responsabile del servizio di prevenzione e protezione dell’istituto – e a mettere una vernice come fissativo, per abbassare al massimo la soglia di rischio». Ma per qualche papà non è sufficiente. Alcuni domandano che l’intervento di bonifica comprenda pure la canna fumaria e l’interno della scuola, dove i bambini sono entrati dopo aver calpestato il materiale. «Possiamo richiedere un campionamento indoor se vi fa stare sereni – risponde Scialfa, che si definisce «portavoce dei genitori» – oltre a quello esterno effettuato dal massimo esperto del settore, l’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente)». 

Un’operazione cominciata già durante l’assemblea, con la presenza degli operatori del servizio manutenzione edifici scolastici e comunali che hanno transennato la zona interessata e prelevato i restanti pezzi del canale di scolo delle acque piovane. «Ci occuperemo del campionamento dell’ambiente, della pulizia straordinaria con la ditta Multiservizi, della casa del custode (già sistemata l’estate scorsa, ndr), del rialzamento della ringhiera per evitare ospiti indesiderati e dell’illuminazione dell’area», promette l’assessora andando incontro alle richieste dei genitori. Che non riguardano solo un piano di monitoraggio ambientale periodico e la rimozione di tutti i pezzi potenzialmente pericolosi, ma soprattutto «vedere scritto nero su bianco che tutte le promesse fatte verranno mantenute».

Giorgia Lodato

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