«Razzisti e mafiosi». A scriverlo su Facebook sarebbe stato un attivista del MoVimento 5 stelle, sottufficiale della Marina militare, che aggiungeva: «La Lega di cui adesso fa parte il vicesindaco la legalità non sa dove sta di casa, vi manderemo a casa!». Un’invettiva in cui veniva citato Fabio Cantarella, vicesindaco di Mascalucia ed esponente del partito politico legato al leader Matteo Salvini. Quelle frasi però erano costate care al simpatizzante pentastellato, che era stato querelato da Cantarella con l’accusa di diffamazione. «Siamo in tanti – dicono dal meetup – Almeno in cinque a essere stati denunciati con le stesse accuse». Per questo caso, però, la procura di Catania ha appena chiesto l’archiviazione.
Nel provvedimento di archiviazione, i magistrati catanesi sottolineano che «il limite immanente dell’esercizio del diritto di critica è costituito dal fatto che la questione trattata sia di interesse pubblico e che comunque non trascenda in gratuiti attacchi personali». E, aggiunge la procura, «va poi tenuto conto della perdita di carica offensiva di alcune espressioni nel contesto politico, in cui la critica assume spesso toni aspri e vibranti».
Una motivazione che non è piaciuta ad Angelo Attaguile, di cui Cantarella è braccio destro. «Tutti coloro che in questa vicenda hanno violato la legge si assumeranno le proprie responsabilità – sottolinea il deputato nazionale di Noi con Salvini – Ho intenzione di andare fino in fondo e mi fermerò soltanto quando giustizia sarà fatta». Mentre lui annuncia un’interrogazione alla Camera dei deputati, Cantarella avrebbe intenzione di opporsi alla richiesta di archiviazione. La decisione passerà quindi al giudice per le indagini preliminari.
«Noi abbiamo intenzione di contro-querelare Cantarella per calunnia», interviene Rosa Emanuela Lo Faro, attivista pentastellata di Mascalucia e avvocata del sottufficiale della Marina denunciato. «Questo è solo un tentativo di eliminare gli avversari politici tramite la querela – sostiene – Chiunque conosca il Movimento 5 stelle sa perfettamente che non sono ammessi candidati che abbiano carichi penali pendenti. Se il mio assistito dovesse essere rinviato a giudizio, non potrebbe pensare alle prossime elezioni». Secondo la legale, inoltre, «la decisione di Attaguile di fare un’interrogazione parlamentare non ha alcun senso, né fondamento politico». «Noi siamo uniti – conclude Lo Faro – ed è chiaro che la procura abbia capito che non c’erano le basi per la denuncia. Adesso ci difenderemo davanti al gip».
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