Dagli scontri ai bilanci. A tracciarli, 12 ore dopo la chiusura della festa nazionale dell’Unità alla villa Bellini, è stato il questore di Catania Marcello Cardona. Il vertice della polizia si presenta davanti ai giornalisti nella sala riunioni della questura. Sul tavolo c’è l’armamentario utilizzato ieri da alcuni manifestanti durante gli scontri, avvenuti nei momenti finali della manifestazione di protesta contro la visita in città del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Minuti di tensione culminati in un violento scontro con le forze dell’ordine. Al termine del quale sono stati fermati e denunciati a piede libero due ragazzi catanesi del collettivo Aleph. «Abbiamo evitato il peggio con una reazione professionale – dice Cardona -. Avevamo un quadro formale di contro manifestazioni complesse e pericolose e abbiamo bloccato il tentativo di queste persone di entrare nell’area dei sostenitori del Partito democratico». Ai due denunciati ieri potrebbero aggiungersi altre persone: «Non è finita qui, adesso stiamo guardando tutti i video».
Tra coloro che hanno indossato caschi, coperto il volto e lanciato bottiglie e una bomba carta c’erano «persone venute appositamente da Palermo – precisa Cardona – ma anche dal resto d’Italia». «In particolare da Cosenza e Reggio Calabria», gli fa eco il dirigente della Digos Carlo Ambra, che prosegue: «I due bloccati ieri avevano i caschi e delle felpe. Erano già conosciuti alle forze dell’ordine in ambito di altre manifestazioni di piazza». Tra le reliquie della protesta ci sono anche diversi bastoni in legno, tubi di plastica verdi e lo striscione che ha guidato il corteo con la scritta «Cacciamo Renzi». Un oggetto che viene esposto dagli agenti ai piedi del tavolo: «Non è un semplice lenzuolo. Era rivestito in materiale plastico – spiega Ambra – con un rinforzo fatto di griglie di ferro». Il capo della Digos spiega anche le modalità con cui alcuni manifestanti sono entrati in azione: «Hanno acceso dei fumogeni per ridurre la visibilità, si sono coperti e lo striscione è stato usato come ariete. La parte centrale è infatti pieghevole e serviva proprio per fare da scudo».
Durante il suo lungo intervento il questore, come detto, non si è limitato al resoconto della giornata di ieri – la più calda e difficile con Renzi in città – ma ha analizzato tutti i 15 giorni che hanno trasformato la villa Bellini, e non solo, nel cuore della politica nazionale: «Abbiamo avuto ministri e personalità importanti senza impedire a nessuno di dire la sua. La partita del Catania rinviata? Un eccesso parlarne in quei termini. La Lega ha fatto tutto da sola e io avevo parlato personalmente il 10 agosto con l’amministratore delegato Pietro Lo Monaco». E sulle lamentele per i controlli all’ingresso della villa giudicati eccessivi, Cardona replica: «Abbiamo fatto quello che dovevamo fare, basta pensare che abbiamo controllato anche tutti i fedeli per la festa di Sant’Agata». Secondo quanto riferito dalla questura, alla fine della manifestazione ci sono stati tre agenti feriti. Uno di loro, appartenente alla Digos, avrebbe preso una bastonata in un occhio.
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