Un’interrogazione parlamentare per chiedere notizie sul 37enne mediatore culturale originario della Costa d’Avorio scomparso da Acate Daouda Diane (per cui la procura di Ragusa sta indagando ormai per omicidio e occultamento di cadavere) e per contrastare l’intermediazione
illecita e lo
sfruttamento nel lavoro agricolo e non
solo. A presentare il testo al presidente della Regione siciliana
Nello Musumeci e all’assessore per le Politiche sociali e il Lavoro Antonio Scavone è stata la deputata del Movimento 5 stelle Stefania Campo. Un documento in cui si chiede di «verificare se negli archivi informatici del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali risulti la comunicazione obbligatoria di assunzione del signor Daouda Diane da parte della ditta Svg Calcestruzzi Srl oppure se abbia lavorato in nero». Si tratta dell’azienda titolare del cementificio dove il 37enne sarebbe andato per arrotondare lo stipendio, quello dove avrebbe girato i video di denuncia che ha mandato ai familiari prima che di lui si perdesse ogni traccia sabato 2 luglio. A MeridioNews, il titolare Gianmarco Longo ha dichiarato che il 37enne «nel cantiere si occupava solo di pulizie e che lavorava per noi solo saltuariamente e da poco».
Non solo la storia del mediatore culturale le cui ricerche non hanno ancora avuto nessun esito dopo 28 giorni, l’interrogazione firmata da tutto il gruppo dei pentastellati all’Ars punta ad accendere un faro sulla zona che si estende da Vittoria, passando per Acate e Santa Croce Camerina fino ad arrivare a Ragusa. Dove c’è uno dei comparti agricoli di ortaggi in serra tra i primi a livello nazionale per quantità di merci prodotte. Un’area in cui «emerge una gravissima situazione di isolamento, disagio ed esclusione sociale – denunciano i deputati pentastellati firmatari dell’interrogazione – Nella quasi totalità dei casi il lavoro offerto comprende un alloggio in azienda quasi sempre inadeguato dal punto di vista delle condizioni abitative e igienico-sanitarie e distante dai centri abitati». Un territorio in cui si sono verificati «casi denunciati di violenza sessuale e riduzione in schiavitù di lavoratori e lavoratrici – si ricorda nel documento – Emerge con prepotenza una vasta area di lavoro sottopagato, di mancato riconoscimento delle giornate previdenziali, di lavoro nero con casi di sfruttamento e negazione della dignità delle persone e dei più elementari diritti di ogni lavoratore». Situazioni che si possono riassumere nel termine caporalato. Tra l’altro, dai dati degli iscritti negli elenchi anagrafici dei lavoratori agricoli, in provincia di Ragusa risultano 27mila lavoratori e di questi la metà è di nascita non italiana, con punte del 69 per cento a Santa Croce Camerina, del 68 per cento ad Acate, del 54 per cento a Ispica e del 49 per cento a Vittoria.
A partire dalla scomparsa di Daouda Diane – per cui amici e colleghi dell’associazione Medintegra fin da subito hanno escluso l’ipotesi di un allontanamento volontario – i deputati chiedono anche di «potenziare i controlli
degli ispettori del lavoro nelle piccole e medie
aziende agricole; di assumere tutte le
iniziative atte a una complessiva riorganizzazione
e a un
potenziamento degli uffici degli Ispettorati del
lavoro
; di individuare e attivare
iniziative nel settore agricolo, per promuovere l’incontro
tra domanda e offerta di lavoro, politiche attive
del lavoro,
contrasto del lavoro sommerso e
dell’evasione contributiva, organizzazione e
gestione dei flussi di manodopera stagionale con
particolare riferimento all’impiego e all’assistenza
dei lavoratori stranieri».
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