Scomparsa dei Maiorana, il caso rimane aperto Nuove indagini per analizzare alcune impronte

«Il gip ha accolto la nostra richiesta di opposizione, le indagini non saranno archiviate ma proseguiranno». E il prossimo passo per fare luce nel mistero della scomparsa di Antonio e Stefano Maiorana, padre e figlio scomparsi il 3 agosto 2007, sarà quello di fare analizzare alcune impronte digitali ritrovate all’interno della loro Smart, abbandonata all’epoca all’aeroporto di Punta Raisi. Impronte «mai analizzate a dovere», secondo l’avvocato Giacomo Frazzitta, che rappresenta Rossella Accardo, ex moglie e madre dei due uomini scomparsi. 

Intanto, a luglio è morto il costruttore Francesco Paolo Alamia, ex socio dei Maiorana, in passato indagato proprio per la loro sparizione insieme all’imprenditore Giuseppe Di Maggio, raggiunto da un avviso di garanzia nell’estate di tre anni fa. Quelle impronte, quindi, potrebbero essere il tassello da cui ripartire, dopo la nuova richiesta di archiviazione che era stata avanzata dal pm Roberto Tartaglia, oggi consulente della commissione parlamentare antimafia. Potrebbe ancora avere qualcosa da dire anche un altro ex socio dei due scomparsi, Dario Lopez, sentito inizialmente come persona informata sui fatti e poi anche arrestato per via di una pistola con matricola abrasa ritrovata in casa sua, insieme a un centinaio di munizioni. Rimane ad oggi un possibile testimone. 

Proprio lui avrebbe raccontato ai magistrati, che lo riferiscono nell’ultima richiesta di archiviazione, di aver visto un filmato in cui Alamia avrebbe avuto rapporti sessuali con una minorenne, filmato che sarebbe stato in possesso dei Maiorana. Un racconto che fornirebbe all’anziano costruttore deceduto un ipotetico movente d’un certo peso. Ma intanto la sua dipartita fa uscire di scena un personaggio potenzialmente fondamentale per la risoluzione di una scomparsa che si trascina ormai da 12 anni.