Abbandono di incapace, omicidio, soppressione di cadavere e truffa all’Inps. Sono queste le accuse contestate a Salvatore Angemi, che avrebbe fatto sparire il corpo del fratello 70enne Angelo e ne avrebbe percepito illecitamente la pensione di invalidità. Oggi è arrivata la decisione della giudice per l’udienza preliminare Rosa Alba b, che ha rinviato a giudizio Salvatore, rigettando la richiesta della difesa di accedere al rito abbreviato condizionata a una perizia del medico legale sulla salute del 70enne e alla trascrizione delle intercettazioni.
Della scomparsa di Angelo Angemi, avvenuta nel novembre 2014, si era occupata la trasmissione Chi l’ha visto? di Rai 3. Secondo la ricostruzione dei familiari, Salvatore avrebbe comunicato a due fratelli e a una sorella – che abitano a Catania – che lui e Angelo sarebbero andati a Torino, dove vive un quinto fratello. Da allora non avrebbero più avuto notizie. A Natale 2014, durante una telefonata, sarebbe emerso che il 70enne non era mai arrivato a destinazione. Salvatore Angemi avrebbe detto di aver perso le tracce del congiunto a Messina.
Una denuncia di scomparsa è stata firmata a Catania nel gennaio 2015 e da lì sarebbe partita l’inchiesta della procura. Secondo l’accusa, Salvatore avrebbe ucciso il fratello e continuato a incassare la sua pensione d’invalidità. Ma non è escluso che Angelo sia morto per cause naturali e che il parente abbia continuato a fingere che fosse vivo per potere, secondo questa tesi, truffare l’Inps. Nel processo si sono costituiti parte civile tre fratelli della vittima (Mario, Michele e Giuseppe, assistiti dall’avvocato Dario Pastore) e due nipoti (Francesco e Roberta, rispettivamente assistiti dai legali Gaetano Sangregorio e Stefania Siciliano).
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