Scintille tra Faraone e Ferrandelli

La ‘corsa’ per la poltrona di sindaco di Palermo s’infiamma. Soprattutto nel centrosinistra, in vista delle elezioni primarie del prossimo 4 marzo. Interessante appare il dialogo a distanza tra Davide Faraone – un candidato che molti, e fanno male, stanno sottovalutando – e Fabrizio Ferrandelli. A dare fuoco alle polveri è stato Faraone, esponente del Pd, profondo conoscitore della ‘macchina’ comunale e Fabrizio Ferrandelli.
Faraone, che è anche parlamentare regionale, ha affondato la lama non soltanto contro Ferrandelli, ma in tutto il centrosinistra cittadino dove – e qui forse non sbaglia – le risse & le vendette stanno prendendo il sopravvento sull’illustrazione dei programmi (che in fatti non ci sono). A Faraone replica Ferrandelli che, forse un po’ troppo ‘svevianamente’, ripete ad ogni piè sospinto di essere il candidato della “società civile” (per autoconvinversi ‘svevianamente’ di ciò?). Ma andiamo alla polemica.
Parte Faraone: “Ci troviamo di fronte – dice – a una città a pezzi e invece di parlare di come far ripartire le occasioni di lavoro, di come pulirla, di come far ripartire i servizi al cittadino e di come renderla vivibile e sicura, i politici, che non riscuotono alcuna fiducia tra la gente, pensano solo a farsi la guerra tra di loro”.
Fin qui, impossibile dargli torto. “Stanno trasformando le primarie – aggiunge Faraone – in uno scontro tra fazioni: quelli che, sostenendo Rita Borsellino, pensano solo a sconfiggere Lombardo, Cracolici e Lumia e, dall’altro lato, quelli che usano Ferrandelli per prevalere su Bersani, Di Pietro e Vendola. Ai cittadini di Palermo queste lotte di potere non interessano per niente, anzi: questo è il modo per allontanare ancora di più gli elettori dalla politica”.
“A me – precisa sempre Faraone – tutto questo non interessa. A me interessa solo Palermo. Borsellino e Ferrandelli sono candidati paracadutati da Roma e da Palazzo d’Orleans, l’espressione dell’ennesima lotta intestina all’interno del centro-sinistra”. Chiaro il riferimento a Rita Borsellino, voluta “candidata unica” dal segretario nazionale del partito, Pier Lugi Bersani. Che, però, a quanto pare, nel suo partito, comanda fino a Villa San Giovanni. Perché una volta sbarcato a Messina – parlano i fatti – Bersani né conta, né passa, se è vero che, nonostante le sue indicazioni, non dirigenti qualunque, ma il capogruppo del Pd all’Ars, Antonello Cracolici e il parlamentare nazionale, Giuseppe Lumia, in combutta con il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, appoggiano Fabrizio Ferrandelli, facendosi un baffo delle indicazioni del segretario nazionale del partito in cui militano.
A Faraone, però, tutta questa baraonda, che nulla ha a che vedere con gli interessi di Palermo – e noi non possiamo che essere d’accordo con lui – non interessa. “Per me, invece – precisa il parlamentare regionale del Pd – prima di tutto vengono i problemi della città e la necessità di darsi concretamente da fare per risolverli. Ma si rendono conto di come ci ha ridotti l’amministrazione di Cammarata? La vedono l’immondizia sparsa in tutte le strade? E il traffico che soffoca la città? Lo sanno che a Palermo ci sono migliaia di persone che nessuno aiuta a trovare lavoro? Prima della vecchia politica ci sono le domande dei cittadini che pretendono risposte serie e chiedono soprattutto meno chiacchiere e più fatti concreti. Io ho l’esperienza e la competenza per occuparmi seriamente di questi problemi. Conosco nel dettaglio il bilancio del Comune, so dove si annidano gli sprechi e le inefficienze, so come ridurre i costi della politica, ho proposte concrete per migliorare la qualità della vita in città. Sono dalla parte dei cittadini e sono sicuro che in tanti staranno accanto a me per cambiare davvero Palermo”.
“La mia storia e il mio percorso – replica Ferrandelli – sono fortunatamente chiari a tutti i palermitani, con cui ho vissuto in questi anni, al loro fianco, per la strada, sostenendo tante battaglie (dai senzacasa ai cenciaioli, solo per citarne alcune). Sono stanco di ribadire che io provengo dalla società civile e che da essa sono stato candidato. Ma evidentemente qualcuno fa finta di non sentire, ripetendo concetti già superati”.
“Un candidato che proclama l’unità – continua Ferrandelli – non può continuare ad anteporre gli attacchi ai fatti. Al termine delle competizioni, comunque vada, ci ritroveremo uno al fianco dell’altro e come può pensare di governare insieme questa città se continua a vedere me e gli altri candidati alle primarie come rivali e non come competitori?”
Come in una commedia pre-goldoniana, Ferrandelli deve però continuare nel proprio canovaccio: “Io sono e resto il candidato della società civile – precisa – di quel grande Polo Civico a cui hanno aderito anche pezzi consistenti di altri partiti, da Italia dei Valori al Partito Democratico, oltre a tante altre realtà cittadine”.
Concetti che lo stesso Ferrandelli ha ribadito anche qualche giorno fa ad un folto pubblico di militanti. Oltre 200 persone hanno gremito i saloni di Palazzo Fatta. Presenti tutti i responsabili dei Comitati Fabrizio Ferrandelli Sindaco, i rappresentanti delmovimento Ora e delle associazioni del cartello Palermo più, tutti i garanti del percorso. Presente anche il sindaco di Castelbuono, Mario Cicero, che con la sua testimonianza ha ricordato che basta davvero poco per realizzare grandi progetti, serve solo un impegno costante.
“La strada è quella giusta – ha dichiarato Fabrizio Ferrandelli – il metodo è corretto, ovvero quello di dare vita ad una politica partecipativa che coinvolge direttamente i cittadini nelle scelte dell’amministrazione. Il movimento è forte e la presenza di tutte queste persone ne è la prova. Alle parole e alle illazioni noi rispondiamo con i fatti, con i progetti e con le proposte per Palermo. Non siamo interessati ai giochi di potere, ma solo alla prospettiva di riprenderci la nostra città, di poterla finalmente governare e dare ai giovani un futuro sicuro”.
Fiducia rinnovata anche da Padre Gianni Notari che, nonostante il freddo e la pioggia, ha affrontato il viaggio da Catania per ribadire con forza il suo appoggio al percorso fin qui intrapreso dalla società civile, sciogliendo così definitivamente tutti i dubbi. “Fabrizio Ferrandelli deve essere il sindaco di tutti – ha dichiarato ieri nel corso del suo intervento – il mio è stato solo un avvertimento, che ribadisco, a non diventare uno strumento e di rappresentare davvero tutti i palermitani e non solo una parte di essi”.

NOTA A MARGINE

Ferrandelli dice che la strada che ha intrapreso è quella giusta. A nostro modesto avviso, invece, sta percorrendo una via sbagliata. Perché in città, nel centrosinistra, ci sono persone che vogliono governare Palermo senza Lombardo, Cracolici e Lumia. O meglio, che vogliono governare Palermo senza che tale esperienza serva a giustificare e a mantenere in piedi il governo regionale retto da Raffaele Lombardo, forse uno dei peggiori governi della storia dell’Autonomia siciliana (i 220 milioni di euro destinati alla Sicilia, ma bloccati dall’Unione Europea sono l’ennesima testimonianza dell’inadeguatezza del governo Lombardo). E questo non riguarda solo Ferrandelli, che alla fifne è un ragazzo ambisioso che ancora non ha capito nella mani di chi si sta consegnando, ma Lombardo, Cracolici e Lumia, tre personaggi della ‘vecchia politica politicante’ che pensano sempre di essere i più intelligenti di tutti, mentre tutti gli altri sarebbero stupidi. A questi personaggi gli elettori dii palermo sapranno dare una risposta.

 

Giulio Ambrosetti

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