C’è voluto un anno di mobilitazione permanente perché gli studenti di Scienze politiche avessero di nuovo un posto in cui andare a mangiare. Un anno di proteste, manifestazioni, sit-in, occupazioni e voce grossa per strappare una promessa, poi divenuta realtà con la mensa alla Santissima Annunziata a Ballarò. Ma i problemi non sono finiti, anzi. La lista è lunga e le voci in elenco, nel tempo, non mutano di tanto. Restano le stesse, semmai aumentano di numero. Dagli spazi restituiti – anche qui dopo ben cinque anni di pressioni degli studenti – del Collegio San Rocco di via Maqueda mai ufficialmente consegnati per la fruizione da parte degli stessi studenti, alla totale assenza di pulizia dei servizi sanitari della struttura. Tutti punti discussi ancora una volta questa mattina durante un’assemblea indetta dall’Assemblea degli studenti di Scienze politiche in lotta, un modo che i ragazzi stanno mettendo a punto per confrontarsi e aggiornarsi costantemente su disservizi e novità. E per tenere alta l’attenzione sui temi per loro più stringenti. «Siamo partiti da alcuni problemi specifici, affrontati anche nei mesi scorsi», racconta una studentessa, Annalisa Laudicella.
«Dopo il primo risultato raggiunto (quello, cioè, della riattivazione di un servizio mensa) abbiamo affrontato nuove situazioni. Ad esempio, gli spazi del Collegio sono stati sì consegnati, ma tenuti in condizioni di semi abbandono, la pulizia dei bagni ne è un esempio estremo visto che dalla fine dei lavori nell’atrio dell’edificio non sono mai state fatte le pulizie, se non in occasione di una mostra istituzionale». Un evento realizzato il mese scorso in collaborazione con l’università. Un fatto, per alcuni studenti, piuttosto controverso. Che si chiedono come, di fronte a una mancata consegna ufficiale di questi locali, possa trovare «estremi legali per il suo allestimento» una mostra, per di più, beffa delle beffe, dedicata al tema delle grandi opere incompiute. Una circostanza ambigua, ma che di fatto, almeno per una volta, ha portato alla pulizia di bagni e stanze affini. «Evidentemente l’arrivo di cariche istituzionali mette pressione all’amministrazione, che si adopera subito per presentare l’università impeccabile e dopo il flop della mostra, la pulizia è stata di nuovo sospesa», osserva la studentessa, che racconta come la mostra dovesse durare un mese ma in realtà è durata solo per la sua inaugurazione.
«Dopo la nostra richiesta di pulire i bagni si è tirata in ballo questa cosa della mancata consegna degli spazi – continua Laudicella -, ma vista la nostra reazione di convocare subito un’assemblea si sono fatte le prime pulizie, che ora sono giornaliere. Anche qui, viste le esperienze pregresse, l’amministrazione cerca di evitare prese di posizione degli studenti perché abbiamo dimostrato di saperci mobilitare per spingerli a dare risposte concrete». Ma il discorso, alla fine dei conti, non cambia. Che sia la riconsegna di locali abbandonati da anni, la riattivazione di un posto in cui pranzare o la pulizia dei bagni, per ottenere qualcosa sembra che gli studenti di Palermo debbano sempre armarsi di tanta pazienza ma anche di striscioni e megafoni. Perché quel poco che finora hanno ottenuto – e restiamo nell’ambito di servizi ordinari, per cui versano regolarmente ogni anno delle tasse -, sembrerebbe essere stato il diretto risultato delle loro pressioni, delle loro insistenze, della loro voce grossa insomma. Ma è chiaro che non può pensare di fare tacere chi reclama servizi e diritti mettendo una pezza.
«Abbiamo ottenuto in questi mesi l’aula autogestita, la mensa, la pulizia ordinaria dei bagni, ma con la lotta – torna a dire la studentessa – Adesso abbiamo fatto una petizione per le macchinette che ancora dopo anni mancano al Collegio, spingendo su un restringimento dei tempi di attivazione». I ragazzi, insomma, non vogliono mollare la presa. E hanno intenzione di riunirsi ancora per confrontarsi sui tanti disservizi che da tempo ormai denunciano, sperando non solo che dal confronto escano nuove idee e stimoli di mobilitazione, ma anche per ottenere risultati concreti. Inutili, intanto, i tentativi di riuscire a contattare anche il direttore del dipartimento Alessandro Bellavista.
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