Che per Renato Schifani i rapporti col Parlamento siciliano fossero un onere era chiaro da tempo, tanto che in ultima istanza la sua soluzione era stata quella di delegare a questo gravoso compito il suo vice, Luca Sammartino. Dopo gli incendi che hanno messo in croce la Sicilia nelle ultime settimane, però, la sua presenza era stata richiesta a gran voce da più parti in sala d’Ercole. Il presidente della Regione è stato chiamato a riferire sia dello stato dell’arte della lotta ai roghi ancora attivi, sia di cosa abbia potuto generare il cortocircuito che ha mandato in tilt il piano antincendio della Regione.
E così, una giornata iniziata tra sorrisi e strette di mano, con la rituale consegna da parte del sindacato della stampa parlamentare al presidente dell’Assemblea, Gaetano Galvagno, del tradizionale ventaglio, si è trasformata in un focolaio di polemiche. Un ventaglio dei primi del ‘900, quello consegnato a Galvagno, che raffigura una scena con un matador intento a sfidare un toro nell’arena, «con l’auspicio che la più alta carica di Palazzo dei Normanni possa prendere per le corna le riforme e le leggi che servono alla Sicilia», l’augurio fatto al presidente. Presidente che, come il resto dell’Assemblea, è entrato nell’ultima settimana di lavoro prima della pausa estiva, a cui il parlamento più antico del mondo arriva con un record di mozioni, leggi approvate e disegni in discussione piuttosto negativo. E col rischio che Renato Schifani riesca a evadere dall’impegno di fronte ai deputati.
A questo è stata dedicata l’intera seduta dell’Ars, culminata con una Capigruppo di fuoco e con l’opposizione che alla fine ha deciso di lasciare i banchi di sala d’Ercole in segno di protesta. «Vogliamo vederci chiaro – dice Cristina Ciminnisi, deputata del Movimento 5 stelle – e, soprattutto, devono vederci chiaro i siciliani che sono stati pesantemente danneggiati o minacciati dai roghi. Se non si inverte la rotta sulla prevenzione, si continuerà a fare una tragica conta dei danni e a stilare pesantissimi bollettini del disastro». Ciminnisi che invoca anche «Una commissione d’inchiesta per capire cosa non ha funzionato nel piano di prevenzione».
«Non è mandando una letterina che Schifani può sottrarsi al confronto sull’emergenza incendi che ha devastato la nostra Regione. Il suo ennesimo silenzio sulla questione – dice anche il capogruppo del Movimento, Antonio De Luca, in una nota – è a nostro avviso un chiaro segno di superficialità e di mancanza di soluzioni dei problemi della Sicilia». Stessa linea anche intrapresa dal Partito democratico, che ha sostenuto nel frattempo una manifestazione organizzata da più realtà della società civile di fronte a palazzo d’Orleans per stimolare un dibattito pubblico sugli incendi di questi giorni.
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