«La scherma in Sicilia ha una grande tradizione ed è quella che ha fatto di più». Parola di Giovanni Malagò, il presidente del Coni oggi a Palermo per partecipare alle celebrazioni per i 110 anni di vita della Federazione Italia Scherma. Alla cerimonia a Palazzo dei Normanni sui “110 anni d’Italia, di scherma e d’azzurro”, ha partecipato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, assieme al presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, il presidente di Federscherma Giorgio Scarso, il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè e il sindaco Leoluca Orlando.
«La scherma è uno sport in cui gli atleti si realizzano insieme agli avversari, con grande rispetto nei confronti dell’altro», ha detto la prima carica dello Stato prendendo la parola durante la cerimonia. «Ricordo una incredibile rimonta di Valentina Vezzali durante un mondiale – ha proseguito – e così entusiasmante non sarebbe stata senza l’avversario. A questa vicinanza del nostro Paese alla scherma io non sono mai stato estraneo. Per questo rivolgo alla scherma i complimenti per questi 110 anni e gli auguri per il futuro. Non è senza significato che l’istruttore nella scherma sia chiamato maestro, perchè c’è molto di pedagogico e di trasmissione dei valori che la scherma immette nel nostro Paese».
Al termine, il Capo dello Stato ha inaugurato la mostra Un TesOro italiano, nella sala dei Vicerè all’Ars, che vedrà l’esposizione delle medaglie d’oro conquistate nella storia della scherma azzurra ai Giochi Olimpici e Paralimpici e di quelle vinte dagli atleti siciliani di scherma ai Giochi Olimpici e Paralimpici. In totale, tra le teche di vetro fanno mostra di sé cento medaglie che si potranno ammirare da oggi fino a domenica prossima Sono 86 in tutto quelle d’oro ottenute dagli atleti italiani nel corso della storia olimpica nazionale mentre le restanti, anche in argento e bronzo, degli atleti siciliani.
Spiccano quella di Irene Camber, la prima donna italiana che vinse un oro olimpico nel 1952. In mostra anche gli ori di Wladimiro Calarese, il siciliano più forte nella storia della scherma. Non mancano gli ori di Edoardo Mangiarotti, per due volte portabandiera olimpico e in assoluto lo schermidore più premiato, con 13 medaglie nella sua storia sportiva, di cui sei ori. La mostra percorre la storia delle vittorie nazionali alle olimpiadi a partire dal 1920, periodo a cui risale un antico gagliardetto esposto. In quel periodo però molte medaglie furono donate dagli atleti per finanziare l’entrata in guerra durante il ventennio fascista, ma è un attestato il cimelio più antico: l’attestato della VII olimpiade di Anversa 1920 di Oreste Puliti, è stato uno dei primissimi italiani medagliati della scherma.
«Ho avuto la fortuna del 2003 di iniziare a fare scherma ed è stato amore a prima vista, anzi a prima stoccata», ha detto visibilmente emozionato il palermitano William Russo, campione paraolimpico nella spada alle olimpiadi di Catania 2011. «Da lì ho iniziato a praticare lo sport e dico grazie al presidente Scarso che ha portato i campionati assoluti a Palermo e a breve comincerà per noi una nuova avventura». «Siamo molto contenti perché prima la scherma era radicata solo in quattro-cinque territori del Paese – ha proseguito il presidente del Coni – mentre adesso si è diffusa su scala nazionale con atleti che arrivano da tutte le parti delle regioni. E sono particolarmente orgoglioso di stare qui è una bellissima iniziativa impreziosita dalla presenza del Capo dello Stato».
A fargli eco Giorgio Scarso, il numero uno della Federazione italiana scherma per il quale quella di oggi è «un riconoscimento a questa regione e a questa città che ha dato grandi campioni e una grande organizzazione di eventi al campionato del mondo di Trapani, ai campionati di Catania e al congresso della Fie. Mi piace ricordare come il 50 per cento degli atleti che hanno rappresentato l’Italia a Rio fossero siciliana. È il riconoscimento a una terra che ha dato un grande contributo alla scherma italiana».
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