di Giuseppe Carlo Marino
Il Paese è stanco. Sfibrato, frantumato, boccheggiante. Tende ad esaurirsi persino l’urlo della protesta, perché se ne avvertono la dissennatezza e l’impotenza.
La vasta area sociale moderato-qualunquista preferisce essere “governata”, piuttosto che continuare a credere nella possibilità di “partecipare”.
Non teme l’autoritarismo; incosciamente lo desidera e lo propizia.
La favola renziana del rinnovamento sostituisce una speranza di cui nessuno saprebbe dire il contenuto o pensare i fini, a fronte a un’Italia di minoranza” che – annegata anch’essa nel “pensiero unico”- avverte il panico della sua impotenza.
Ciascuno, per quel che può, e come può, tende soltanto a…campare.
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